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Deserto d'asfalto, thriller black di Nutrimenti

Deserto d'asfalto Condividi di S. A. Cosby (Autore)   Nicola Manuppelli (Traduttore) Nutrimenti, 2021 Abbiamo potuto leggere questo thriller grazie alla box 12 di romanzi.it dedicata alla casa editrice Nutrimenti...  Trovate qui l'intervista a Nicola Piccoli, Responsabile della comunicazione di questa bella realtà editoriale! Per nulla politically correct questo thriller. Si parla di neri e negritudine con estrema disinvoltura, ma l’autore lo può fare, basta dare un’occhiata al risvolto con la foto di copertina. Cosby tiene le fila di tensioni in più direzioni. C’è il demone della guida (lo si capisce fin dalla dedica iniziale al padre) e l’abilità nel dominarlo, c’è il rapporto col padre, c’è quello con la madre, l’amore in un matrimonio che funziona, la famiglia che aiuta fino al grado di zii e cugini (che ci rimettono pure la pelle), la passione per il proprio lavoro di meccanico esperto. Forse però quello che tiene le fila di tutto è lo svantaggio di essere neri e sempre

Accidenti cosa farei se succedesse a me? J. Gòmez-Jurado, Il paziente, Fazi Editore

Accidenti cosa farei se succedesse a me? Dall’inizio si segue con trepidazione questo giovane che si è fatto da solo che racconta così bene quanto sia difficile raggiungere le vette del proprio mestiere. Tanto più se si è chirurgo e si ha nelle mani la vita degli altri. Una specializzazione puntualissima che tocca le nostre paure ancestrali di umani fragili, tra neurologia e oncologia. Davvero le mani di un chirurgo possono essere d’oro e il fatto solo di sapere che esistono lenisce di per sé queste nostre paure.   Cosa succede se la persona che ha nelle mani la nostra vita è ricattata? Cosa succede se questo ricatto è vile e ci attanaglia nei sentimenti più intimi e profondi? Questa doppia prospettiva scaraventa letteralmente in un violento gioco di specchi il lettore, ora dalla parte del medico, ora del paziente. In questo caso un paziente eccellente, niente di meno che il presidente degli Stati Uniti d’America affetto da un tumore al cervello che inizia a manifestarsi in un’afasia,

Olivier Norek , Il pesatore di anime

Difficile scrivere di questo libro di Olivier Norek in maniera tale da riuscire a far capire quanto sia sorprendente e valga la pena leggerlo senza scivolare in pericolose anticipazioni. Forse la soluzione è parlare della duplice cornice in cui si svolgono i fatti.   La prima è istituzionale e riguarda le acrobazie logistiche messe in pratica per proteggere i collaboratori di giustizia in un paese diverso dal nostro, la Francia. Olivier Norek, che conosce bene i meccanismi per avere sulle spalle anni di mestiere come poliziotto nella banlieue parigina, spiega bene come si struttura il rapporto fra la centrale operativa e il capitano Victor Coste, a cui sono affidati delinquenti della peggior specie. Per vicende personali il capitano, già protagonista di Trilogie 93 , una serie di tre romanzi ( Code 93 , Territoires , Surtensions ) in parte noti in Italia per i tipi di Rizzoli, ha scelto infatti di ritirarsi il più lontano possibile dalla prima linea e rivestire un ruolo diverso. A S

Katrine Enberg, La serie di Copenhagen

Un assassino ci deve essere per forza perché così ci si deve aspettare da personaggi di una trilogia di polizieschi intitolata “La serie di Copenaghen” come quella scritta da Katrine Enberg, di cui fanno parte nell'ordine: "Il guardiano dei coccodrill"i, "Ali di vetro" e l'ultimo, appena uscito, "Il porto degli uccelli". Abilmente nascosto tra potenziali assassini, quello giusto si svela alla fine come spontaneo prodotto di trame malate, soprattutto famigliari perché il disagio serpeggia anche nelle migliori famiglie, nelle faticose pieghe di quelle dei cattivi e di quelle dei buoni, in parti uguali. Così come in “Ali di Vetro”, di cui qui si vorrebbe dare un assaggio senza entrare nella storia, anche il filo rosso degli altri libri è la famiglia, nelle sue fragilità, disavventure e responsabilità dove la figura della madre ne fa le spese. In questo libro è ridotta a una sorta di topos da psicanalisi, nudo nella sua ovvietà. All’inizio la madre l

Lasciami entrare, recensione al thriller nordico di Lindqvist

Nessun pericolo di anticipare l’inaspettato della trama. Copertina e quarta di copertina annunciano bene l’argomento: horror vampiresco. Questo anche se la serie dei tascabili Marsilio si intitola “giallosvezia”.  A chi non piacesse il genere tuttavia, la sorpresa c’è perché la dinamica fra i due protagonisti nasconde piani di lettura inattesi, che possono affiorare anche tempo dopo la lettura…È a questi che è interessante volgersi per una riflessione sui vampiri attorno a noi, quelli bulli, quelli con una violenza dentro che può risucchiare tutto all’intorno, levare dignità e energie soprattutto quando rivolta ai più deboli, quelli che non sanno proprio come difendersi perché di per sé portatori di deficienze fisiche da cui devono difendersi. Queste sono le forme di vampirismo che subisce il protagonista non-vampiro. E il vampiro? A sua volta vampirizzato dal suo stesso essere vampiro deve difendersi da se stesso. C’è da domandarsi come John Ajvide Lindqvist abbia potuto immedesim

Le notti senza sonno, recensione di un noir labirintico nel cuore di Milano

"Ogni grande città ha una doppia anima. Quella scintillante, produttiva e placida del giorno e quella oscura, parassitaria e spietata della notte. Solo sovrapponendo il pascolo del gregge e il territorio dei lupi si compone la vera mappa di una metropoli. Milano non fa eccezione, l’esercito invisibile che tutte le notti invade il centro e le periferie ha mille volti e altrettanti nomi. La maggior parte dei cittadini preferisce pensare che nella città perfetta tutto vada bene e che il rischio di cadere in un’imboscata non la riguardi." Una Milano che di giorno è in un modo e di notte in un altro. Stratificazioni di ceti, etiche, mestieri, realtà, quartieri, luci e climi, dal San Raffaele a San Siro e poi a cerchi concentrici, proprio così come è Milano. Apparentemente un’insalata, ma nella quale l’autore si districa benissimo con uno sguardo al contempo di chi viene da fuori, Savona, ma si sente dentro una Milano che mostra di amare e in qualche modo di voler curare, recuperan

London Blood, recensione e intervista all'autrice

Quando l’autrice mi ha contattato per chiedermi di leggere il suo libro,  London Blood , mi ha detto che si trattava di un thriller, il cui tema principale era quello della genitorialità. Ovviamente mi ha subito incuriosito. Adesso devo dire che tra tutti i temi che tratta, c’è sì quello del rapporto genitori-figli soprattutto in adolescenza, ma anche il tema che ultimamente mi affascina di più, vale a dire quello del lato oscuro del femminile.   La protagonista, Gillian, non è semplicemente una ragazza in conflitto con il proprio padre, ma è anche Litio. Nel senso che dentro Gillian-Litio c’è questa presenza oscura, una sorta di voce  della coscienza, acquattata e nascosta dentro di lei e sempre pronta a prendere il controllo.  “Perché Litio?” “Litio esprime i pensieri di Gillian senza il filtro delle convenzioni sociali e senza preoccuparsi delle conseguenze, dato che è confinata nella testa di Gillian. Altre volte, Litio esprime le paure, il senso di inferiorità e inadeguatezza

La serie di Teresa Battaglia, una commissaria contro gli stereotipi

Mentre ce ne stiamo a rimirare i fiori, c’è qualcuno che sta attraversando l’inferno. Fiori sopra l’inferno   è il titolo del primo dei quattro libri della serie di Teresa Battaglia scritta dall’autrice friulana Ilaria Tuti e cela l’haiku del poeta giapponese Kobayashi Issa. Non scordare: noi camminiamo sopra l’inferno,  guardando i fiori. E questo qualcuno, che ha attraversato l’inferno, e’ l’assassino. O l’assassina. Sempre seriale. La capacità empatica di sentire il dolore nel male, mi ha fatto apprezzare il commissario Battaglia, anzi la commissaria, che è una donna e una madre anche senza avere figli biologici, per la sua innata compassione nei confronti della vita quando inerme.  Questa capacità che è poi la chiave della sensibilità, mette in crisi i confini classici del bene e del male, mostrando come a volte chi è carnefice è in primo luogo vittima. Vittima di violenza assistita o vissuta sin dall’infanzia. Questo non vuol dire che la violenza è giustificata, anzi, s