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Intervista a Manuela Santoni, autrice di La lettera perduta

Appena ho finito di leggere la bellissima graphic novel di Manuela, le ho scritto per chiederle se la  La lettera perduta  è ispirata ad una storia vera, perché ha il sapore dei racconti di un tempo, che    personalmente ho la fortuna di poter ascoltare ancora oggi dalla testimonianza diretta della mia amata nonna quando mi parla della fitta corrispondenza che intratteneva col nonno ai tempi della guerra. Da questa domanda, che è la prima che vi riporto nasce questa intervista.   1. Puoi presentarti e dirci qualcosa di te e sulla tua passione per il disegno? Fin da piccola mi è sempre piaciuto disegnare. Ero molto timida, forse perché praticamente vivevo (e vivo) in campagna, il disegno mi faceva compagnia. Ho cominciato la mia carriera nel 2015 con libri di illustrazione per ragazzi, per poi due anni dopo, pubblicare il mio primo libro da autrice. Ho realizzato bene tre libri dedicati alla letteratura Inglese (Jane Austen, Le sorelle Bronte, Mary Shelley), ma dopo questa trilogia, ero

Le lettere di Esther di Cècile Pivot

Un epistolario scritto a mano con carta e penna nell’era della digitalizzazione quanto meno incuriosisce, così come attrae la scelta dei caratteri di stampa del libro che sembrano recuperati da qualche vecchia Olivetti. Ciò che appare non è una raccolta di lettere trovata in qualche cassetto di un mobile del passato, ma da un Laboratorio di Scrittura ideato e proposto da Esther, una matura signora libraia di Lille, per offrire la sua collaborazione al miglioramento del proprio stile di scrittura a chiunque volesse avvalersene.  L’idea del Laboratorio è nata nella mente di Esther per la sua personale esperienza  durata anni di corrispondenza col proprio padre, e non per motivi di lontananza, ma per bisogno di confrontarsi, raccontarsi, corrispondere. Per Ester nulla può essere più efficace dei segni grafici impressi sulla carta da una penna che vi trasmette pressioni, pulsazioni che partono dalla mente e arrivano al cuore attraverso la mano. Saranno cinque i corrispondenti che accetta