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Visualizzazione dei post con l'etichetta romanzo

K. Jennings, Un’isola: recensione

In Un'isola , Karen Jennings dà vita a un personaggio che non ha bisogno del narratore per guardarsi da fuori. Si passa da uno sguardo all'altro con effetto prismatico una microstoria personale su cui grava l'impronta della macrostoria sinistra, ma anche disorganizzata, un universo politico del quale non è importante capire a quale Paese riferirlo. Così è anche per il colore della pelle di chi si sta parlando, forse perché tutti i derelitti ricadono sotto lo stesso cielo cupo, che pesa sui selciati ingombri di rifiuti umani e di rifiuti di rifiuti umani. Bisognerebbe frugare nell’avvicendarsi di dittatori e di partiti di liberatori nei vari stati africani per capire le dinamiche di segregazione, tortura e migrazione descritte nel libro, ma anche in questo caso non è molto importante. C’è un implacabile mano della violenza della condizione umana declinata nelle sue relazioni che guida un poveraccio, Samuel, prima in prigione, suo malgrado, perché è tutt’altro che un eroe pol

Infinito Moonlit di Sara Gamberini: qualcosa di poetico e di velenoso insieme

  Questo libro, Infinito Moonlit , è “qualcosa di poetico e velenoso insieme, come certe persone o alcune circostanze della vita.” Quando l’ho cominciato mi sono detta che e’ il genere di libro che potrei scrivere io, con altri contenuti certo, ma poetico e velenoso insieme, o almeno lo spero. Adoro i libri quando sono così poetici, anche se devo ammettere che ad un certo punto ho fatto fatica ad andare avanti con la lettura, mi sembrava di avere a che fare con un cane che si morde la coda. E' questa la parte velenosa, diciamo.  La trama si svolge intorno ad un'unica tematica: l'amore e il disamore e di come il disamore sia in realtà una forma di egoismo. Lo posso condividere, nella vita, ma in un libro è difficile sentire celebrare solo il silenzio, la gentilezza, la pace, la calma, il bosco, la natura. Sono tutti aspetti della realtà meravigliosi, da cui noi occidentali ci siamo senz'altro allontanati, ci siamo allontanati da noi stessi, dall'essenza e l'esse

Prendere o lasciare di Lydia Millet, una lettura interessante

Lydia Millet, Prendere o lasciare , Enne Enne Editore, Milano 2023  Il libro della Millet si impernia su una serie di quadri concatenati e al contempo slegati. Si procede nella lettura in maniera tutt’altro che lineare, saltando su linee di tempo e storie che si affacciano sulla vita di persone che al momento sembra di non poter spiegare. Le si recuperano invece magari due o tre quadri più in là.  È senz’altro una scrittura interessante che si serve della figura di un agente immobiliare che entra e esce anche inconsapevolmente dalle vite delle persone, a volte come vera e propria comparsa, in punta di piedi, e altre volte come protagonista. Ha un bagaglio di esperienze suo personale che suona autentico e coinvolge il lettore in maniera intelligente.  “In casa, ebbe la sensazione di straripare, di scoppiare. Non aveva le parole giuste, sempre che ci fossero. C'era solo il tempo che accelerava, il tempo che vorticava. No, non poteva essere, era un'idea sbagliata. Forse era solo p

La traduzione come stimolo alla creatività, intervista a Elisa Banfi

Ho letto ultimamente tre bellissimi libri, guarda caso tutti tradotti da Elisa Banfi, che oggi ho l’onore di poter intervistare qui sul blog dopo averla conosciuta di persona al Salone del libro di Torino (SalTo21). I libri in questione sono Ladra di parole,  La strada delle nuvole , e Matrimonio in cinque atti. I libri sono stupendi e il lavoro della traduttrice è davvero mirabile. In quanto traduttrice io stessa, anche se dal tedesco, non posso che apprezzare il lavoro svolto, soprattutto per quanto riguarda Ladra di parole che è un libro scritto con un inglese volutamente sgrammaticato. 1. Elisa, puoi raccontarci qualcosa di te e di come sei diventata traduttrice? Lavoro nell’editoria da più di vent’anni e ci sono arrivata dopo una laurea in lingue senza un indirizzo specifico. (Non era ancora epoca di master e corsi di specializzazione.) I libri sono sempre stati la mia passione ma la verità è che dopo la laurea ero un po’ indecisa su come proseguire. Ho cominciato a pensar

Amore e malattia: tre libri scritti da donne a confronto (Margaret Atwood, Federica De Paolis, Sara Rattaro)

Un confronto su tre libri scritti da donne che trattano il tema complesso di amore e malattia. Da leggere al tramonto... Si può amare quando si è malati o quando si ha subito una grave perdita? Oppure il mondo che abbiamo si riduce al nostro dolore e gli altri assumono un ruolo di contorno spesso indesiderato, nonostante le buone intenzioni? Ci sono certo le ancore di salvataggio, persone che sanno come prenderci che a volte non sono neppure reali, stampelle mentali.  Il libro della Atwood, Lesioni personali , l’ho iniziato mesi fa, lasciato poi ripreso, infine ho ingranato e l’ho letto tutto. Con fatica. Anche le spiagge caraibiche delle Barbados dal punto di vista di Rennie - sopravvissuta al cancro al seno - sono punteggiate da grumi di petrolio, i pesci sono limacciosi, il blu del mare ingannevole.  "Pensa alle cellule, che frusciano, si dividono nell’oscurità, si sostituiscono a vicenda, una alla volta; e alle alte cellule, quelle cattive che forse ci sono o forse no, e lavor

Cosa mi dice il mare, recensione e domanda all'autrice Lorenza Stroppa

Ho sempre collegato il concetto di madre alla terra, la Madre Terra, dal latino mater, materia, qualcosa di terreno e ctonio, contrapposto al cielo. In questo libro per la prima volta ho visto il mare nella madre, senza la “d” che ha perduto nell’acqua insieme alla millenaria dicotomia che solo la terra ha col cielo. Effettivamente nell’orizzonte marino tutto si fonde, e diventa difficile distinguere il blu del cielo da quello del mare.  “Ci sono due parole che hanno il mare dentro, colmare e calmare. Lo sai perché?” “Perché il mare calma l’animo e colma e riallinea lo spirito...” E’ da un po’ che non leggevo un libro così. Così  intenso, graffiante, intimo, come piacciono a me insomma… Ci troviamo di fronte ad un POV duplice, quasi un dialogo muto tra madre e figlio, o meglio un epistolario. Un intreccio in cui  non c’è contrapposizione, non c’è dualismo tra maschile e femminile o adulto e bambino: i generi sono fluidi non sono importanti, così come i ruoli standardizzati che perdono

La ragazza dei colori, intervista a Cristina Caboni

Ho letto con molta emozione l’ultimo libro di Cristina Caboni, La ragazza dei colori , che fa riferimento a Nonantola e alle vicende dei ragazzi di Villa Emma. La vita della protagonista Stella, si intreccia con quella di un intero paese che ha accolto, nascosto, protetto e salvato centinaia di bambini ebrei durante la Seconda guerra mondiale, sottraendoli alle persecuzioni nazifasciste. Di seguito vi propongo un’intervista a questa bravissima autrice, che con la sua penna è come se dipingesse sulla tela emozioni fatte di colori. 1. Come è nato questo libro? Tra tutti i miei romanzi la ragazza dei colori è quello con la genesi più complessa e particolare. Infatti mi ha distolto da un altro romanzo che stavo scrivendo. Mentre facevo gli approfondimenti dell’altro romanzo mi sono imbattuta in Nonantola. Sono stata travolta da questa comunità coraggiosa, altruista e affascinante. Dopo aver scoperto la loro storia sono rimasta senza fiato. Tutto è cambiato e io ho saputo che i bambini di V

L'isola degli alberi scomparsi, di Elif Shafak

Io che leggo nell’albero di fico, che sbircia dietro di me quello che sto leggendo.   La pianta di fico è la vera protagonista dell’ultimo romanzo di Elif Shafak, autrice turca molto più acclamata all’estero che in patria perché giudicata forse scomoda forse un po' troppo furba, poiché per fidelizzarsi i lettori calunnierebbe il suo stesso popolo. Eh già, da sposa turca so tutti questi pettegolezzi, che d’altronde coinvolgono anche un autore del calibro di Pamuk. Senza voler entrare in campo politico, che non è per nulla il mio, vi posso dire che questo libro, vanta una notevole bibliografia relativa alle terribili guerre civili che hanno coinvolto e sconvolto l’isola di Cipro negli anni ’70, lasciando tracce indelebili quanto voragini non solo sulle persone, ma anche su piante ed animali. L’autrice senza farne esplicitamente riferimento - ma chi come me ha a cuore la Turchia e le meraviglie intonse dei suoi paesaggi del Sud non può non cogliere il parallelismo - , ci narra an

Ogni libro che parla di noi, intervista all'autrice Noemi Antonelli

  Meglio da soli che in tre. Ho letto questo Ogni libro che parla di noi in un un soffio anche perché chi ad un certo punto della sua vita, anche solo a livello platonico, non ha vissuto l’esperienza del dilemma amoroso? Se poi ci aggiungiamo che il trend d’union e’ la passione per i libri... ci sono tutti gli ingredienti per intrigare una bibliomane come me. Tuttavia, ho trovato un po’ troppo stereotipati i protagonisti e difficile immedesimarmi con quell’età di mezzo che non e’ nell’adolescenza ne’ l’età adulta, che a quanto pare si è ormai spostata alla soglia dei trent’anni. Non che ne abbia tanti di più, intendiamoci! Come ormai sapete cerco libri “graffianti” questo non lo è, e’ una lettura leggera, un romance colto e raffinato che saprà conquistare i più. Domande a Noemi Antonelli: Ad alcuni tratti leggendo il tuo romanzo ho come avuto l’impressione di leggere una storia dentro alla storia , una metà storia , in cui parlando del libro della protagonista. Sembrava

Quello che non sai, intervista all'autrice Susy Galluzzo

Quello che non sai Quale è il confine tra assenza di senso materno e psicopatia? Il senso di colpa che ci attanaglia, dal momento in cui nasciamo. Inizialmente, in quanto siamo figlie e non riusciamo a corrispondere alle richieste dei nostri genitori, e poi quando cresciamo e diventiamo madri e ancora non riusciamo a corrispondere all’esigenze della nostra stessa creazione.  La capacità di gestire questo senso di colpa - che altrimenti ci assilla assumendo magari la forma di un viscido uomo che ci guarda dall’altro lato della strada tutto sudicio e sudato nella sua smunta maglietta rossa, come nel caso dell’allucinazione della protagonista Ella - , è ciò che fa la differenza. Altrimenti il senso di colpa diviene l’unico padrone della nostra vita. Il senso di colpa, quando si configura nella necessità di essere madri per essere riconosciute come donne, è ciò che a mio avviso spinge persone che magari non ne avevano alcuna intenzione a generare figli e poi alla fine a non sapere che fars