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Olivier Norek , Il pesatore di anime

Difficile scrivere di questo libro di Olivier Norek in maniera tale da riuscire a far capire quanto sia sorprendente e valga la pena leggerlo senza scivolare in pericolose anticipazioni.


Forse la soluzione è parlare della duplice cornice in cui si svolgono i fatti.
 

La prima è istituzionale e riguarda le acrobazie logistiche messe in pratica per proteggere i collaboratori di giustizia in un paese diverso dal nostro, la Francia. Olivier Norek, che conosce bene i meccanismi per avere sulle spalle anni di mestiere come poliziotto nella banlieue parigina, spiega bene come si struttura il rapporto fra la centrale operativa e il capitano Victor Coste, a cui sono affidati delinquenti della peggior specie. Per vicende personali il capitano, già protagonista di Trilogie 93, una serie di tre romanzi (Code 93, Territoires, Surtensions) in parte noti in Italia per i tipi di Rizzoli, ha scelto infatti di ritirarsi il più lontano possibile dalla prima linea e rivestire un ruolo diverso. A Saint-Pierre-et-Miquelon, dipartimento d’oltreoceano francese oggi “collettività d’oltremare”, diventa “pesatore di anime” con il compito di capire se i delinquenti che hanno deciso di collaborare meritano la libertà o la prigione. 

Cautela estrema nelle comunicazioni con la centrale dunque e attenzione ferrea nel mantenimento della propria copertura sono la chiave di volta perché la protezione funzioni controcorrente rispetto a un mondo che funziona invece sull’onda della condivisione totale. La polizia locale non deve essere informata, nessuno deve sospettare cosa si svolge nella casa sulla scogliera, vera protagonista in un paesaggio davvero a tinte forti.

La seconda cornice è per l’appunto geografica e attiene alle grandi distanze che separano la Francia dallo straordinario paesaggio dell’arcipelago di Saint-Pierre-et-Miquelon. Un arcipelago in balia dei fenomeni atmosferici che, pur noti, sorprendono sempre e svolgono un ruolo fondamentale nella storia, come le nebbie che lo prendono d’assedio avvicinandosi inesorabili da punti precisi e noti cancellando tutto.

“…Le nebbie si alzeranno e inghiottiranno presto l’arcipelago per lunghe settimane. Tra i turbini di neve dell’inverno e le nebbie, anche il clima cerca di nascondere Saint-Pierre. Quasi che l’isola sia così bella da doverla tenere segreta.”

Questo dice Victor Coste a Anna, la giovane che questa volta deve proteggere in quanto gli viene presentata come vittima senza altre possibilità di protezione se non la sua, così lontano dal mondo. Anna, dagli strani occhi magnetici, è giunta da Parigi dopo essere stata strappata a una brutale storia che non riesce a raccontare, ma di cui il capitano sa attraverso i dossier raccolti dal comandante Russo dieci anni prima. Anna è schiva, è difficile da raggiungere, ma Victor Coste trova il modo di farlo afferrando al volo quello che le nebbie, salendo, non permetteranno più di vedere a Saint-Pierre per lungo tempo.

“Il silenzio e l’immobilità del fuoristrada svegliarono Anna, e i suoi occhi, già grandi, si spalancarono ancora di più davanti allo spettacolo che aveva di fronte. 

Da un’estremità all’altra del cielo, un’aurora boreale verde d’immensi drappeggi verticali ondeggiava con la massima lentezza, come uno scialle divino sfuggito, e si rispecchiava sull’oceano nero.

‘Gli anziani e i marinai le chiamano le marionette’ mormorò Coste. Un chiarore spettrale aureolava il viso della giovane donna la cui pelle diafana mostrava una perfetta tela vergine, e da affascinante diventò soprannaturale. Dava l’impressione di aver teso la mano, di essersi aggrappata e arrotolata a un lembo dell’aurora.” 

In effetti nella magia del luogo, a tutte le ore, Olivier Norek “arrotola” i suoi personaggi, “giusti” o “sbagliati” che siano, dipingendone una galleria che si apprezza costantemente in controluce rispetto a Victor Coste e in qualche modo trascina anche il lettore in un’atmosfera straniante.


Giovanna Bagnasco

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