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Visualizzazione dei post con l'etichetta Libri per adulti

Sylvia Plath as Marilyn Monroe, Le ultime confessioni

  Finalmente vi parlo di Plath - tra l'altro in questa nuova meravigliosa edizione illustrata- , almeno evito di continuare a farmi dei monologhi in testa, o meglio dei dialoghi immaginari con quest’autrice che non c’è più. Che aveva tutto e ha deciso di farla finita ( tra l’altro anche Marilyn..) e continuo a chiedermi/le “perché?” E so che è una domanda molto stupida. Mi sono approcciata all’opera di Plath anni fa a partire dalle sue poesie che ho sempre amato e la forza delle sue metafore mi resta sotto pelle tanto da chiedermi se ( per quanto mi riguarda) ha ancora senso scrivere… Ciò che ora le chiederei riguarderebbe il tema del suicidio. Leggerne e poi conoscere la sua biografia fa male. (Quanti modi esistono per farla finita? Quanti modi prettamente femminili? “Lo scoglio rotondo tra cielo e mare simile a un teschio grigio…” la domanda è molto interessante perché risale ai grandi archetipi femminili della nostra cultura occidentale ( Fedra, Medea..) e poi cambiato molt

Triste tigre, Neige Sinno

Questo libro lo dovrebbero leggere tutti. Non tanto perché ha vinto il Premio Strega Europeo o perché è scritto in prima persona, oppure perché tratta la tematica ora (finalmente) al centro dell’attenzione dell’abuso sessuale, ma soprattutto perché fa bene, nel senso che fa riflettere.   L’autrice, come un chirurgo, analizza, viviseziona scardina l’Evento, che è poi il trauma che ha determinato la sua intera Esistenza. Il libro è molto colto perché per arrivare a questo presupposto (“Per chi non ha conosciuto altro che quell’esperienza, tutto si struttura a partire dall’oppressione. Non esiste un sé non dominato, un equilibrio a cui si potrebbe tornare una volta terminata la violenza”), passa da Foucualt-Deleuze- Heidegger-Antonin Artaud, citati uno dopo l’altro in una stessa pagina. “Alla fine fine, la celebre frase di Artaud (citata da tutti, in tutte le salse), quella che dice che nessuno ja mai scritto o dipinto, sclpito, modellato, costruito, inventato se non, di fatto, per uscir

Recensione de "Il grande Nord"

  IL GRANDE NORD Viaggio intorno al mondo lungo il sessantesimo parallelo , di Malachy Tallack Sin da piccola, forse per la lettura di Anna dai capelli rossi di Lucy M. Montgomery, ho subito il fascino del Grande Nord, di quei luoghi immensi ricoperti di neve quasi tutto l’anno, così diversi dalla realtà in cui sono cresciuta, cioè Milano.  Tallack parla di un viaggio compiuto a poco più di trent’anni lungo il sessantesimo parallelo - il filo rosso del libro - partendo dalle Shetland - il luogo dove viveva e il punto più a nord della Gran Bretagna - e spostandosi in senso orario verso la Groenlandia, il Canada, l’Alaska, la Siberia, San Pietroburgo e dintorni, la Scandinavia, per poi ritornare al punto di partenza arricchito da tutto ciò che aveva visto e vissuto, ma con tutte le domande cui aveva sperato di rispondere durante il viaggio, ancora prive di risposta. «Quando mi sono messo in viaggio non avrei saputo dire che cosa sperassi di trovare, volevo partire e basta. Curiosità, in

L’unità di Ninni Holmqvist

Un romanzo distopico che per certi versi mi ha ricordato Atwood, anche se in realtà l’autrice, Ninni Holmqvist sembra prendere le distanze da certi aspetti del femminismo, invece supportati dalla grande scrittrice canadese. Il  fil rouge  di questo breve libro - oltre ad avere poche pagine lo si divora -    mi è infatti sembrata essere la domanda “a cosa ha portato la  pretesa  di indipendenza da parte delle donne nella dinamica dei rapporti di genere?”   Proprio nelle prime pagine l’autrice descrive la paura - anzi il terrore - della protagonista, Dorrit, di sentirsi in trappola. All’inizio una sensazione molto concreta, che si presentava in spazi piccoli o dove c’è troppa gente, e poi la paura nei confronti di qualsiasi tipo di vincolo alla propria libertà. Questo perché la madre   aveva educato lei e le sue sorelle con il motto: “Guardatevi dal permettere a un uomo di mantenervi, economicamente, intellettualmente ed emotivamente. Non cadete in trappola!”   Il romanzo è ambientato ne

La variabile Rachel, tra vergogna e senso di colpa per il corpo femminile

Mentre in Francia si festeggia l'introduzione dell'aborto nella Costituzione e la UE è volta ad inserire il diritto all'aborto libero e sicuro nella sua   Carta dei diritti fondamentali, in Italia si torna a parlare della legge 194 e il 17 aprile 2024 attraverso un emendamento al Pnrr viene ribadito il via libera ai movimenti "pro life" antiabortisti nelle strutture ospedaliere, ammettendo la possibilità di finanziamenti regionali. Anche se personalmente non mi è mai capitato di dover intraprendere un percorso di IVG, nonostante abbia subito almeno due aborti spontanei, ho diverse amiche a cui una situazione simile è capitata da molto vicino. In un momento di oggettiva vulnerabilità - come la scelta di abortire - questo emendamento rappresenta un ulteriore pressione psicologica dovuta al sistema sanitario italiano in cui accedere all’IVG è già di per sé complesso, tra burocrazia e personale medico obiettore. Ma non solo in Italia, anche in un altro Paese forte

"La mia Ingeborg", recensione del nuovo thriller nordico di Tore Renberg

“Sono Tollak di Ingeborg. Appartengo al passato.” Con queste frasi tagliate con l’accetta, capiamo sin dall’inizio con chi abbiamo a che fare. Tollak, il protagonista, ha una visione molto ristretta del mondo e della vita. Non lascerà mai la sua casa nei boschi del Vestmarka, cupi e selvaggi come lui. Per lui è impossibile capire chi se ne va, come i suoi figli, Hillevi e Jan Vidar. “Hillevi mi aggredisce. Da tempo siamo come due pietre, due pietre che cozzano l’una contro l'altra. Nessuno dei due vuole cedere e lo scontro continua, si ripete, va avanti. Non abita più qui da noi, non abita più in paese, non abita neanche più in città. Doveva andare a vivere a Oslo, nella capitale. Siede nel suo ufficio all’università, fa la ricercatrice , sostiene, scrive, dice. A mio avviso sta pisciando su tutto quello che hanno costruito i suoi antenati. Le sue antenate. È così pazzesco che mi rifiuto di parlarne. Una volta ho letto uno di questi articoli che ha scritto. Avevo comprato apposita

La pasticciera di mezzanotte di Desy Icardi

  "«Cosa non ti è chiaro, Marianna?». Con te ho un'intesa magnifica, ma talvolta capire i tuoi muti discorsi non è semplice. «Ah, ci sono! Intendi il punto di vista narrativo. Sì, hai ragione, nella mia storia lo cambio spesso. Sai, Marianna, questo è probabilmente l'unico romanzo che scriverò, e non riuscivo a decidere se narrare la storia in prima o terza persona, così ho pensato di utilizzarle entrambe: la prima persona per i momenti dei quali sono stato testimone diretto, la terza per la vita di Jolanda, alla quale non ho assistito. No, Marianna, non ho inventato nulla riguardo a Jolanda, i fatti sono veri e io mi sono limitato a trascriverli e romanzarli, in veste di narratore onnisciente». La tua espressione è perplessa. «Onnisciente vuol dire che sa tutto: vede attraverso le porte chiuse, ascolta i pensieri, è un gran ficcanaso, insomma». Ridi e mi fai l'occhiolino. «Certo, mai ficcanaso come quando ho letto le lettere di mia madre e Isabella, che poi mi sono co

108 Rintocchi, Il capodanno giapponese

  “Davanti all'espressione imbronciata del mare, la gente dell'isola era solita scuotere il capo. Shõganainaa , dicevano i vecchi, «Non c'è niente da fare!». Shõganainaa , facevano loro eco i bambini, ancora senza capire. Rimaneva tuttavia la certezza che tutto quanto venisse dal mare fosse materia di contrattazione con le divinità che gestivano il tempo e le onde, onde che, durante la stagione invernale, si alzavano in cavalloni che raggiungevano vette. La storia diceva di sedici metri anche. Ma l'isola sapeva aspettare.”   Il mare in tempesta, l’attesa dell’arrivo degli approvvigionamenti nei tre giorni prima del capodanno, in cui in Giappone ci si da un gran da fare per sistemare ogni cosa e preparasi al meglio all’anno che verrà. Questo vale anche sull’isola più piccola dell'arcipelago di Izu, anche e soprattutto per Sohara Mamoru, il tuttofare della comunità. Sin da quando è un bambino sa che “tutto si guasta, si incrina, invecchia, si rompe” e la cosa migliore

Divini rivali di Rebecca Ross

Dopo aver letto Divini Rivali , di Rebecca Ross, l’unica domanda da farsi è: quando esce il prossimo?! Iris e Roman, giovanissimi giornalisti in erba, si incontrano (o forse meglio dire si scontano?) in diversi piani di realtà; nasce, loro malgrado un rapporto intimo, che diventa a loro indispensabile per crescere e andare avanti nella vita. Tutto questo negli anni ‘20, in un luogo che forse potrebbe essere l’America, dove due divinità, una sotterranea, Dacre, e l’altra Celestiale, Enva, sono impegnate in una guerra tremenda.  Un libro che regalerei anche a chi non è un appassionato di fantasy, un libro mai noioso e dal ritmo perfetto, che si inizia e non si vorrebbe più chiudere. “Credo che indossiamo tutti un'armatura. E credo che chi non lo faccia sia un folle che si espone al rischio di essere ferito dagli spigoli spietati del mondo, ancora e ancora. Se però ho imparato qualcosa da questi folli, è che la vulnerabilità è una forza che molti di noi temono. Ci vuole coraggio a las

Intervista a Francesca Sensini per la curatela del pamphlet di Rachilde "Io non sono femminista"

Oggi ho il piacere di presentarvi Francesca Sensini ,  prof.ssa associata di Italianistica all’Università Côte d’Azur, nonchè autrice di diversi libri molto interessanti, tra cui i l manifesto "Perchè non sono femminista" Rachilde  (Prospero Editore 2023), che ho apprezzato molto.  1. Ciao Francesca, p uoi raccontarci qualcosa di te? Mi chiamo Francesca Sensini (in realtà ho un secondo nome, Irene, che amo molto ma che, per brevità, uso più raramente). Sono nata a Genova ma vivo in Francia da più di vent’anni. A Genova ho studiato lettere classiche – il Mediterraneo antico è la mia grande passione da sempre – per finire con un dottorato a Parigi (con una tesi sui Poemi conviviali , una racconta interamente dedicata al mito e alla letteratura greca e latina, di Giovanni Pascoli). Dal 2013 abito a Nizza, dove lavoro. Sono prof.ssa associata di Italianistica all’Università Côte d’Azur. Oltre a insegnare e fare ricerca, mi dedico alla scrittura di libri non strettamente accademic