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London Blood, recensione e intervista all'autrice



Quando l’autrice mi ha contattato per chiedermi di leggere il suo libro, London Blood, mi ha detto che si trattava di un thriller, il cui tema principale era quello della genitorialità. Ovviamente mi ha subito incuriosito. Adesso devo dire che tra tutti i temi che tratta, c’è sì quello del rapporto genitori-figli soprattutto in adolescenza, ma anche il tema che ultimamente mi affascina di più, vale a dire quello del lato oscuro del femminile. 


La protagonista, Gillian, non è semplicemente una ragazza in conflitto con il proprio padre, ma è anche Litio. Nel senso che dentro Gillian-Litio c’è questa presenza oscura, una sorta di voce  della coscienza, acquattata e nascosta dentro di lei e sempre pronta a prendere il controllo. 


“Perché Litio?”


“Litio esprime i pensieri di Gillian senza il filtro delle convenzioni sociali e senza preoccuparsi delle conseguenze, dato che è confinata nella testa di Gillian. Altre volte, Litio esprime le paure, il senso di inferiorità e inadeguatezza che si nasconde in Gillian, come in tante di noi.”


“Io questo l’ho capito ma volevo sapere da dove deriva il nome e quindi è una donna?”


“Il nome deriva dalla sostanza usata per curare alcuni disturbi psicologici, tra cui la depressione. È donna nonostante il nome in quanto proiezione della psiche di Gillian. In effetti hai ragione a vederla come il suo lato oscuro. Come ti dicevo svolge tante funzioni all’interno della narrazione e mi piace molto che ognuno la interpreti secondo la propria sensibilità.”



Questa personalità alternativa è evidentemente una forma di difesa rispetto ad un trauma infantile rimosso, come direbbe Freud, ma anche ed è questo il dubbio che insinua in noi l’autrice, quell’ombra del lupo cattivo che è inevitabilmente proiettata sulle nostre vite a prescindere dall’educazione che abbiamo ricevuto. La differenza è la gestione che riusciamo a sviluppare di tale oscurità nel corso del nostro percorso di crescita individuale. Ed e’ la differenza tra il serial killer e colui che alla fine lo cattura.


“Domandona... quindi l’amore salva?”


“In  risposta alla tua domandona: diciamo che se davvero esiste qualcosa che salva, non può che essere l'amore. E forse anche (ma su un altro piano) il non prendersi troppo sul serio, e qui entra in gioco Litio, che se da un lato sdrammatizza e alleggerisce, tra le altre cose è anche una sorta di corda pazza di Champa come la intendeva Pirandello ne Il berretto a sonagli.”


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