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Visualizzazione dei post con l'etichetta bellezza

Kitsch, intervista a Daniela Iride Murgia

Tra le prime domande che ho fatto a Daniela Iride Murgia, autrice e stranamente non anche illustratrice per questo particolare albo illustrato dalla copertina fucsia, vi è stata quella relativa a Gillo Dorfles, che ha concettualizzato a livello sociologico il kitsch appunto. Inizio quindi da qui a riportarvi le mie domande all'autrica che sono anche mie riflessioni. Consiglio questo albo a tutti perchè  di una profondità disarmante, "quella di chi ha molto vissuto e si concede la leggerezza assennata." Intervista a Daniela Iride Murgia Poiché nel libro si parla di un anziano signore con gli occhiali e la dedica e’ riservata a tutti i bambini che si chiamano Gillo, ma non solo, vorrei chiederti se si tratta proprio di Gillo Dorfles. No, non si tratta di Gillo Dorfles, ma l'osservazione solerte che c'è dietro la domanda mi solletica. Sotto traccia il mio pensiero è corso sicuramente più volte allo storico dell'arte. Comunque quell’uomo anziano, rappresen

Sembrava bellezza, e forse lo era

Bam, bam, bam quando un libro bussa prepotentemente alle porte dell’inconscio collettivo. E parlando di se’ la scrittrice parla anche di te, o almeno di me.  Questo perché esiste una ragazza trasversale. Un’idea di ragazza che abbiamo rappresentato tutte.  L’esclusa, brutta, deforme, grassa, cattiva, lesa, quella facile (e non peggio: la puttana). L'eterna adolescente. E sono una che non ama le autobiografie, ma in questo caso (a parte il fatto che questo libro mi ha chiamata insistentemente) sono costretta a ricredermi. Anche perché, forse, non lo è. Semplicemente perchè non può esistere una storia personale, di una sola donna, che non appartenga in qualche modo anche alle altre. Quindi continua fusione tra l'Io e il Tu. Il sospetto che l'Io sia migliore del Tu. Sospetto evidentemente infondato, così come la sottile differenza tra intelligenza e stupidità, bene e male, vero e falso. Vanificazione di ogni dualismo. Quando e’ che l’intelligenza diventa cattiveria, secondo v