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Visualizzazione dei post da settembre, 2021

La serie di Teresa Battaglia, una commissaria contro gli stereotipi

Mentre ce ne stiamo a rimirare i fiori, c’è qualcuno che sta attraversando l’inferno. Fiori sopra l’inferno   è il titolo del primo dei quattro libri della serie di Teresa Battaglia scritta dall’autrice friulana Ilaria Tuti e cela l’haiku del poeta giapponese Kobayashi Issa. Non scordare: noi camminiamo sopra l’inferno,  guardando i fiori. E questo qualcuno, che ha attraversato l’inferno, e’ l’assassino. O l’assassina. Sempre seriale. La capacità empatica di sentire il dolore nel male, mi ha fatto apprezzare il commissario Battaglia, anzi la commissaria, che è una donna e una madre anche senza avere figli biologici, per la sua innata compassione nei confronti della vita quando inerme.  Questa capacità che è poi la chiave della sensibilità, mette in crisi i confini classici del bene e del male, mostrando come a volte chi è carnefice è in primo luogo vittima. Vittima di violenza assistita o vissuta sin dall’infanzia. Questo non vuol dire che la violenza è giustificata, anzi, s

La biblioteca dei giusti consigli e le scie di libri

Librerie, biblioteche, caffè letterari, mercatini di libri antichi e vintage, sono per me luoghi incantati. Quando viaggio non posso fare a meno di visitarli e passarci del tempo. Luoghi che mi catturano e mi trasportano fuori dal tempo come stare tra le pagine di un libro o nell’abbraccio della persona che amo, per parafrasare Walt Whitman. E poi i libri che salvano, che bramo, come dice Kafka, “non esattamente di possederli o di leggerli, quanto di vederli, di sincerarmi della loro esistenza nella vetrina di un librario.” Allora mi ritrovo a Parigi, davanti alla libreria Shakespeare&Co, che è anche il titolo di un libro in cui Sylvia Beach, la proprietaria, narra la sua storia e di come sia stata la prima a voler pubblicare James Joyce e la sua Odissea. E sono dentro alla libreria, con in testa il mattoncino di Joyce che mi aspetta sul comodino, e qualcuno suona divinamente il pianoforte mentre mia figlia accarezza il gatto lettore e poi mi guardo intorno e c’è l’ultima copia in

Ogni primo giorno - libri per l'inserimento a scuola

I n questo periodo di nuovi inizi, ed essendovi coinvolta anche io, con l’inizio di Bianca della scuola dell’infanzia, ho pensato che invece di scriverle un augurio qualsiasi, poteva essere interessante farlo attraverso i libri, libri che vorrei condividere anche qui con voi.    Qualche volta e’ necessario uscire da se stessi, per scoprire chi si è veramente. Magari semplicemente raccontare chi si è, condividere la propria storia, può aiutare a fare scivolare via le paure.  Il primo giorno della bravissima e pluripremiata autrice afro-americana Jacqueline Woodson parla di una ragazzina di colore che deve scendere a patti con la sua situazione svantaggiata per riuscire ad integrarsi. Non è stata a Parigi ne’ nei mari del sud per le vacanze estive, ma grazie ai libri ha viaggiato con la fantasia insieme alla sorellina di cui si è presa cura. Quando ne parla si illumina e per la prima volta anche gli altri bambini la vedono. L’albo ha un testo piuttosto intenso e illustrazioni meravigl

Ladra di parole

Il tramonto è come un rosa “gialla, rossa e viola con le foglie lucide.”   Per Adunni la sua mamma è una rosa coi colori del tramonto. “E, se faccio un respiro col naso, sento anche il suo profumo. Quel profumo dolce del cespuglio con le rose che cresce attorno all’albero di menta, del sapone al cocco dei suoi capelli dopo che se li lavava alle cascate di Agan.” In Nigeria, secondo Il libro dei fatti del 2014, che introduce ogni capitolo di questo romanzo, il 30% delle attività registrate appartiene alle donne. Sono le donne come la mamma di Adunni o Big Mama a mandare avanti l’economia nigeriana, ma senza i loro mariti la crescita delle loro attività viene gravemente ostacolata. Anche se gli uomini sono alcolizzati, violenti e disoccupati.   Allora la rosa ha vita dura e appassisce “pestata dai piedi sporchi di un uomo”. “Se ci ripenso a queste cose, mi fa sentire subito il sapore salato delle lacrime in bocca e, quando torno alla mia stuoia e chiudo gli occhi, vedo la mamma com

Al giardino ancora non l'ho detto: Pia Pera giardiniera di speranza

“Bello, fare sesso tra emissari di regni diversi.”  Per Pia Pera tra il bombo e il fiore. Io penso al mare che si incontra con l’orto, l’azzurro del cielo con il verde delle foglie e il giallo fiore di zucchino, la secchezza di agosto che chiama a sé l’autunno.  “Sulle spighe fiori dalle grandi labbra, bianco sporco e color vino. Bombi, api, e altri insetti di cui non so il nome, alcuni nerissimi, c'entrano dentro metodicamente, un fiore dietro l'altro. A volte li vedo entrare, altre ne indovino la presenza da un fremito dei petali. Rapide incursioni predatorie. Bello, fare sesso tra emissari di regni diversi.” Il ciclo della vita che si ripete grazie ad incontri fortuiti. E rende "liberi e nuovi" come le parole di questa bravissima scrittrice. Ora capisco quello che ha scritto l'editore Luigi Spagnol introducendo il libro : parole così, una testo così poetico non sarebbe mai stato scritto se “una delle mie scrittrici preferite non si stesse trovando in condizi

Io sono una sirena: educare alla parità con libri d'altro genere

Il semplice quanto geniale espediente narrativo di invertire gli aggettivi caratterizzanti i protagonisti delle fiabe tradizionali, permette di riflettere su quanto gli stereotipi siano ormai talmente radicati nel nostro modo di pensare da farci credere che siano la realtà.  In Fiabe d’altro genere , un libro illustrato dall’artista Karrie Fransman che rende quest’opera un vero gioiello, e scritto a quattro mani con il marito Jonathan Plackett, gli autori si divertono ad invertire i generi dei personaggi delle storie. Il libro, come spiegano gli autori, nasce quasi per un gioco e diventa serio quando hanno una figlia e vogliono che “cresca in un mondo in cui le bambine possono essere forti e i bambini possono esprimere la loro vulnerabilità senza rabbia.” Questo non vuole dire che le fiabe tradizionali non debbano più essere narrate. Semplicemente da sempre la materia orale di cui sono fatte le storie, le rende particolarmente duttili e malleabili ai cambiamenti. Adattabili alle epoche