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Book Trolley, i cacciatori di libri

Q ualche giorno prima di Natale ho visto al Libraccio questi carrelli carichi di libri e subito la mia anima bibliofila ha sorriso e ho scattato questa foto quasi senza pensarci. Poi, la sera stessa l’ho riguardata e ho iniziato a pensarci, soprattutto a pensare perché mi avesse colpita. In fondo, sono solo pile di libri dentro a dei carrelli della spesa, usati dalla libraia per comodità nell’archiviarli e metterli a posto in libreria. Tuttavia, a ripensarci bene, quel pomeriggio a Milano, appena uscita dalla zona rossa per permettere ai milanesi di fare compere, c’erano code inimmaginabili per entrare nei negozi. Sì, davanti a tutti i negozi del centro la gente, di solito sempre di corsa, aspettava impassibile il proprio turno per entrare a comprare i regali di Natale per i propri cari.  Ovunque tranne che davanti alle librerie. Allora, ho ripensato alla foto che ho scattato in libreria, appunto, e a quanto sarebbe bello vedere i carrelli della spesa della gente piena di libri.

MIDNIGHT SUN: IL MITO DI PERSEFONE

“Solo per un secondo vidi Persefone, con la melagrana in mano, mentre si condannava agli Inferi. Ero io la sua condanna? Ade in persona, che bramava la primavera, la rubava e la condannava a una notte infinita.” Vi ricordate il mito di Ade e Persefone? Una storia d’amore impossibile raccontata nel mito, raccolta da Ovidio, attraverso gli occhi della madre della fanciulla-primavera, ovvero Demetra. La madre disperata quando non trova più la figlia, lasciata con le amiche nei campi a raccogliere fiori, i papaveri in particolare, sfida umani e dei con l’obiettivo di ritrovarla. La sua arma sono: la fertilità’, il grano, il nutrimento che proviene dalla terra - la vita in altre parole -,  e sua figlia, Persefone, ne è l’esplosione massima: la Primavera. Senza sua figlia, lei può decidere di privare gli uomini del nutrimento della terra. Questo è il suo ricatto. Ma cosa è successo veramente ? Dove è finita Persefone? Il mito narra che Ade si sia innamorato di lei e l’abbia rapita

ANIMALI IMMAGINARI: L’UNICORNO ARCOBALENO

“Il corno è come d’oro, e cavo, e ha mille ramificazioni. Con quel corno vincerà e dissiperà tutte le corruzioni dei malvagi.” Jorge Luis Borges, Il libro degli esseri immaginari, Adelphi. Statuta di Jilin, Pechino Le origini dell’unicorno, che inizialmente non viene raffigurato come lo consociamo noi oggi, sono da ricercare in Oriente, tra l’India e la Cina. La prima descrizione di questo animale mitologico la si trova nel gran libro Li-Ki  - il Libro dei Riti di Confucio (206 a. C.-8 d. C.) - insieme ad altri tre animali di buon augurio: il drago, la tartaruga e la fenice. Insieme questi 4 animali rappresentano i punti cardinali. Qui viene chiamato “Qilin” (麒麟) ed è rappresentato come un grande cervo con coda di bue e zoccoli di cavallo, fornito di un solo corno, dai peli dorsali di cinque colori e da quelli del ventre gialli e bruni. Tra le caratteristiche riportate nel Li-Ki si trova inoltre: non calpesta erba viva né uccide animali viventi; compare quando ap

ANDRA’ TUTTO BENE: IL RITORNO DELL'ARCOBALENO

“ La vita è come un arcobaleno: ci vuole la pioggia e il sole per vederne i colori. ”  [Detto indiano] “Al di là di chi sia stato il primo a ostentare tale simbolo resta il fatto incontestabile che si presenta come il più adatto a rappresentare un’idea, oggi molto in voga, secondo la quale non ci sarebbe alcuna verità assoluta: tutte le opinioni hanno la medesima dignità e quindi meritevoli di spazio.” [Agenzia Fides, 2008] Sui balconi, sulle finestre, sui davanzali e persino sulle facciate delle nostre case un “sorriso all’incontrario” dai mille colori rallegra il triste passare delle giornate al tempo del coronavirus.  Eh sì, tra le altre, cose l’arcobaleno è stato scelto anche come simbolo per lo slogan “andrà tutto bene” che caratterizza la risposta tutta italiana alla crisi che stiamo vivendo per colpa di questa terribile   pandemia.   Ma cosa rappresenta in realtà l’arcobaleno? E’ un semplice messaggio di speranza, una barriera per escludere e