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L'uccello del paradiso - note di orinitologia simbolica a partire da "La figlia unica" di Nettel

 


Qualche notte fa, ho fatto uno strano sogno…

Un bell’uccello variopinto mi osservava, mentre avanza verso di me su un prato verde. Aveva le piume del capo che terminavano in ciuffi che sembravano occhi, un pò come le piume del pavone. Mi avvicinai incuriosita e anche l’uccello si fece sempre più vicino. Appena lo toccai iniziai a vorticare velocissima su me stessa, una sensazione di benessere mi pervase. Vista dal fuori potevo sembrare una ballerina sufi sospesa nell’aria con un sorriso stampato sul volto. Buddha smile. Essendo appassionata oltre che di tarocchi anche di ornitologia simbolica, un nome che ho dato all’arte di interpretare i messaggi degli uccelli, al risveglio non ho potuto non chiedermi di che natura fosse quell’uccello. Dopo un po' di ricerche ho capito che si trattava di un uccello immaginario, e nello specifico di quello raffigurato sulla copertina dell’edizione italiana del libro La figlia unica di Guadalupe Nettel

Tutto questo solo per spiegarvi il motivo per cui mi sono decisa a leggere questo libro, uscito nel 2020 e che ha avuto - a mio avviso a ragion veduta - un notevole riscontro. 

In ogni modo, leggendo qua e là un pò di blog, pare che anche ad altre lettrici e lettori il libro sia arrivato un pò per caso, ma sempre nel momento giusto e quindi è sicuramente un pò magico. Sarà che condivido con l’autrice le due passioni di cui sopra: i tarocchi e l’ornitologia appunto. Entrambi sono espedienti per rappresentare come a volte la vita, al di là dell’impegno che uno ci mette, al di là dell’intenzione, segue la sua via. L’unica possibilità di essere felici è in qualche modo di aderire al percorso che ci aspetta, senza opporre resistenze basate su convinzioni superficiali. Alcune cose capitano e basta. Quando Laura, fa le carte all’amica Alina si spaventa per il suo futuro: 


“La storia compariva come una fotografia che si sviluppa quando la immergiamo nel nitrato d’argento. In mezzo figuravano L’Imperatrice, il Sei di Spade, La Morte, L’Appeso. La Morte - l’arcano numero tredici che in molti tarocchi non ha nome - è una carta che non implica per forza un decesso, ma porta sempre con sé un cambiamento radicale.”


Per poi comprendere, nel corso della narrazione, che sì esiste il destino, che appunto talvolta è terribile, ma c’è anche “il libero arbitrio, e consiste nel modo in cui prendiamo le cose che ci tocca vivere.” Questo lo trovo un messaggio molto educativo e onesto, che si trova tra l’altro racchiuso nell’espediente narrativo dei piccioni che allevano loro malgrado ( o forse no?) un cuculo. 


“Succede anche negli uccelli. Alcuni depongono le uova in nidi altrui, dove la femmina di una specie diversa ha già deposto le proprie, perché siano quegli uccelli a occuparsi dei loro pulcini. A volte sono così astuti da buttare giù le uova presenti, per assicurarsi che i propri piccoli siano ben accuditi.»

«E gli altri uccelli non si accorgono dello scambio?» ha domandato Alina, un po' scandalizzata.

«Non ne ho idea. Magari preferiscono non saperlo. Di sicuro badano ai figli delle altre come se fossero i propri.»”



Il cuculo è un uccello che pratica il parassitismo di cova, sembra terribile che abbandoni i propri figli per farli crescere da altri, ma in realtà questa è la bellezza della natura nella sua infinita varietà. 


“«Tra l'altro il legame di sangue non garantisce niente.

Pensa che molto spesso sono i padri, i nonni e gli zii a picchiare e a violentare i bambini. Le famiglie biologiche sono un'imposizione, ed è ora di desacralizzarle. Non c'è ragione di doversi adattare, se non funzionano.»”



Quindi sì, La figlia unica, è un libro sulla maternità, sull’angoscia che la maternità comporta, la malattia neonatale, le complicazioni possono e sono tante, ma è anche un libro sull’amore in tutte le sue forme. 


“Andrà come deve andare. Nessuno sfugge a questa cosa.”


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