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La figlia della lupa, intervista all'autrice Barbara Aversa


Un thriller familiare al femminile che unisce due epoche storiche, che abbracciano quasi un secolo di storia della nostra Italia. Dal 1949 di Giuditta e Liliana al 2018 di Eva, Luen, e Maggie. L’Italia dell’entroterra laziale, dei paesini di campagna arroccati sulle colline, e poi della Roma dei giorni nostri. L’omertà dei paesini, la povertà, che scandisce il tempo lento delle persone che li abitano dove solo l’autenticità delle relazioni umane può offrire una via d’uscita dalla disperazione che aleggia sulla miseria della quotidianità. Una quotidianità in cui prevale quell’atmosfera maligna del vicinato invidioso di tutto ciò che il singolo riesce a raggiungere grazie a predisposizioni o qualità personali e allora questa autenticità tarda ad arrivare. Può essere l’autenticità dell’amore, di un primo vero amore tra uomo e donna se solo non ci fossero troppi interessi che gravitano intorno ad un matrimonio, almeno in passato, o meglio l’autenticità dell’amicizia tra donne, l’unica capace di scavalcare epoche e accorciare distanze.



1. Come e’ nato La figlia della lupa? E la storia di Eva?


Eva. Lei è stato il motore di tutto. Un’anima pura, che crede nel grande amore, nei buoni sentimenti, che sogna una rivalsa generale e si trova incastrata in un’enorme finzione.

È nato tutto con lei e con i due piani temporali intersecati, che ho voluto enormemente, perché solo con quella modalità narrativa potevo far collimare il passato e il presente come volevo. 

Il libro è nato da un passato irrisolto e da un presente confuso.

 

2. All’inizio del libro, come sai perché ci siamo confrontate a riguardo, mi pareva che tu dessi moltissimo peso alla bellezza femminile, mentre poi procedendo con la lettura tale prospettiva si ridimensiona a favore di altri aspetti ritenuti centrali della natura femminile. Ci potresti dire quale è il tuo pensiero a proposito della bellezza? E’ arma o scudo? O a volte, come nel caso di Giuditta, qualcosa di cui ci si deve difendere dall’invidia degli altri?


Trovo che la bellezza sia molto soggettiva e che non sia né scudo né arma. Non ho mai pensato di “utilizzarla”, piuttosto trovo sia fondamentale la consapevolezza di se stessi.Giuditta è molto consapevole, ma non la utilizza mai a suo favore, non la strumentalizza e non ottiene nulla grazie al proprio fascino. È vero è un personaggio per i canoni del suo tempo sicuramente attraente, ma poteva non esserlo. Anzi, lei ha sempre puntato su altro in un tempo in cui essere piacenti poteva anche bastare. Ma a lei certamente no. La caparbia è stata la sua forza.

L’altra “bellezza” come dici tu è Luen ma là dove tu vedi l’essere attraente io vedo solo la capacità di vedersi e accettarsi. Le mie protagoniste (tutte) lo impareranno con il tempo e con la propria evoluzione personale. Essere attraenti non è un valore aggiunto ma essere consapevoli di se stessi assolutamente sì.

È fondamentale sapersi amare. 


  

3. Tra le protagoniste del libro ce ne è una in cui ti identifichi di più?


Ci sono parti di me frammentate e distribuite in ognuna di loro. Credo che ognuno di noi sia estremamente sfaccettato, ricco di antitesi e caratterizzazioni. È molto bello il pensiero di una non unitarietà o uniformità che ci renda unici e speciali.

Le ho amate tutte e sono le mie lupe. 


4. Per la parte storica, che è così preponderante nel sottofondo, ti sei basata su delle testimonianze reali? A chi hai fatto riferimento?


Circa la parte storica mi ha aiutata mia nonna, donna forte e tenace alla quale è dedicato il romanzo.Lei è stata fondamentale perché mi ha narrato molte questioni specifiche dell’epoca.

Era una sarta anche lei ed è stato affascinante scoprire come funzionava il suo lavoro, i tessuti, o cosa significava essere una donna che ricercava autonomia.È stata la fonte primaria di ogni informazione sui tempi. Oltre ad avermi aiutarla nella crescita mi ha anche sostenuta come scrittrice. Lei sarà per sempre la mia Lupa. 


5. Abbiamo parlato tanto delle donne nel tuo libro, cosa ci puoi dire a proposito degli uomini sempre presenti, ma che emergono in chiaroscuro?

 

Gli uomini sono importantissimi nel libro, sono fondamentali sempre. E come le donne sono fortemente sfaccettati e contraddittori. Non è un libro per donne e non è un libro che parla di donne. C’è papà Minichino, uomo buono che insegna il valore della consapevolezza di se stessi, c’è Lorenzo che accetta Luen nonostante a volte non la capisca, c’è l’Emilio che ama con una potenza incredibile ma che compirà errori immensi. Poi ci sono uomini meschini, altri confusi o indecisi, insomma penso che riflettano la vita perché ogni persona, uomo o donna che sia, è un arcobaleno di sfaccettature. Questo è ciò che ci rende unici.


6. Se potessi lasciare un messaggio alle tue lettrici relativamente alle relazioni tossiche alimentate dai social media, cosa diresti?

 

Parto dal presupposto che non ho mai pensato di lasciare messaggi attraverso il libro perché non ne ho le competenze. Ma se avessi questa opportunità non direi qualcosa di specifico solo per le donne ma anche per gli uomini.

Tutti noi siamo soggetti a relazioni tossiche alimentate dai social anche se le relazioni disfunzionali non sono correlate solo a questo ultimo aspetto. Diciamo che possono alimentare una realtà filtrata, e quindi non tangibile. Credo che tutti noi abbiamo le nostre fragilità e che la scoperta dell’altro nel modo più trasparente possibile possa aiutare a vedere più chiaramente noi stessi e chi abbiamo di fronte. L’unica strada percorribile è la consapevolezza di se stessi. Conoscerci, accettarci davvero, ci protegge non solo dall’altro ma anche da noi, che spesso siamo i nostri primi “sabotatori”. Siate il vostro “capo branco”, alimentate l’autostima e i legami sani. E tutto ciò che non vi corrisponde buttattelo via. 

Commenti

  1. Un intervista davvero interessante! Complimenti 😊

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  2. Sicuramente leggero il libro di Barbara perché sono davvero curiosa.

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  3. Adoro quello che ha detto Barbara sulla bellezza, è un punto di vista su cui mi trovo molto d'accordo (come spesso accade)

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  4. Bellissima questa tua intervista a Barbara 💕👏🏻

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