Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta stereotipi

GIOIA E IL VELO DI ISIDE, O COME TOGLIERE IL VELO DI MAYA

Oggi voglio parlarvi di GIOIA E IL VELO DI ISIDE  un libro per ragazzi, che se si vuole è un giallo o anche un fantasy ambientato nell’antico Egitto, ma a ben vedere è un libro carico di spessore. Come tutti i libri della casa editrice MIMebù l’attenzione è rivolta - anche se sottilmente e quindi mai in maniera pesante - a molte tematiche sulla diversità in senso lato e a non incorrere in facili stereotipi spesso ancora così presenti non solo nei libri di testo scolastici, ma anche nei libri di narrativa per ragazzi.  Innanzitutto la protagonista è una bimba adottata, i personaggi principali e persino l’antagonista sono per lo più femminili, e tra i personaggi positivi ci sono oltre che a una fatina, un mostro nano peloso e un ragazzino-desiderio dai capelli viola! La trama ve la riporto brevemente, anche perché non voglio rovinarvi la sorpresa. Tutto parte da un desiderio, il desiderio di una ragazzina, Gioia, che vorrebbe avere i piedi diversi da quelli che ha. Il classico des

Ultimo amico di Edmondo De Amicis, intervista al curatore Enrico de Luca

“Che si balocca per un’ora con un giornale  e fa il leone furioso contro una scarpa;  che fiuta le lettere come un amante,  annusa i libri come un bibliomane  e origlia agli usci come una spia…” Buongiorno bibliomani, ho trovato finalmente un appellativo neutro per salutarvi, proprio grazie a questo libro “L᾽ultimo amico” di Edmondo De Amicis. Beh, lui in realtà lo riferisce al suo cane, Dick, a cui è dedicato e indirizzato questo racconto. In fondo non è facile trovare in italiano un epiteto che non sia sessista (cfr. Alma Sabatini) e già il linguaggio è di per sé ricettacolo di stereotipi e pregiudizi. Nell᾽ Ultimo amico  la penna magistrale di De Amicis, inizia con lo scardinare uno dei pregiudizi dello stesso autore, vale a dire quello nei confronti della razza canina da lui in un primo momento considerata inferiore. È inizialmente il sentimento di pietà che permette a De Amicis di entrare in empatia con il trovatello portato a casa dal figlio minore in un momento diffic

NELLA BALENA: INTERVISTA A ALESSANDRO BARBAGLIA

Nel tuo libro, quasi come un fil rouge , ci parli dell’amore o anzi delle nostre storie d’amore come ciò che ci definisce. Ma l’amore, come ne parli tu, è qualcosa di molto vasto oserei dire quasi panteistico, che include quindi l’amore tra esseri umani sì, ma anche quello tra questi e gli animali, gli elementi naturali e persino le idee. Puoi dirci qualcosa di più riguardo alla tua concezione dell’amore? Scrivere d'amore significa non averlo capito: se no non si avrebbe tempo per scrivere, si sarebbe sempre innamorati. Lo dice bene, come potrebbe dirlo male, d'altra parte, Emily Dickinson: "che l'amore sia tutto, è tutto ciò che sappiamo dell'amore". Io credo di amare dello stesso sentimento un tramonto e mio figlio. Ed è chiaro che siano due declinazioni d'amore differenti, ma la radice è la medesima. Se ami, ami. E che l'oggetto del tuo amore (oggetto d'amore è bruttissimo, chiamiamolo soggetto d'amore. Un po' perché all'amore si

MY MISSION: DESTROY GILEAD THROUGH KINDNESS AND SISTERHOOD

  IL RACCONTO DELL’ANCELLA “Guardo in basso, sul marciapiede, attratta dai piedi delle donne. Una indossa sandali aperti in punta, ha le unghie dipinte di rosso. Ricordo l’odore dello smalto, che si arricciava quando ci si dava la seconda mano troppo presto, la pressione del collant liscio aderente sulla pelle, la sensazione delle dita dei piedi spinte verso l’apertura dei sandali da tutto il peso del corpo. La donna con le unghie smaltate si appoggia prima su un piede poi sull’altro. Vorrei mettere quei sandali, me li sento addosso. L’odore dello smalto delle unghie mi ha dato una nuova sensazione di avidità.” (cit. con 1 modifica) Durante tutta la lettura del libro mi son sentita come se stessi giocando al gioco “maschi contro femmine” con i miei compagnetti delle elementari. In pratica ci si divideva in due squadre una di soli bambini e una di sole bambine e ci si rincorreva per il cortile della scuola durante la ricreazione. Da piccola ero un maschiaccio, pensavo che un masch

INTERVISTA A DONATELLA CAIONE: SONO IO MATILDA EDITRICE

Così mi ha risposto al telefono Donatella Caione, quando ci siamo sentite per parlare dei suoi libri e quando le ho proposto di fare questa intervista, che potete ora leggere per intero.  Ciao Donatella, per prima cosa volevo chiederti di dirci qualcosa su di te, o meglio ciò che ritieni importante farci sapere, visto che sul sito della casa editrice al posto della voce “Chi siamo” troviamo la voce “Chi siete”, e l’attenzione viene spostata su noi lettrici e lettori. Sono mamma, donna impegnata nel volontariato contro la violenza di genere, editrice per passione... e anche agricoltora! Credo nell'importanza della letteratura per l'infanzia per favorire il pensiero libero, non stereotipato, aperto agli altri e altre. Nel panorama dell’editoria italiana sei stata tra i primi ad occuparti di temi forti relativi all’educazione alla diversità, a pubblicare dei libri per parlare ai bambini della morte, o dell'abuso o della paura. Come si sa affrontare questi temi