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"Alice nel Paese delle Meraviglie": breve storia delle sue illustrazioni

" A che serve un libro senza figure?” - Lewis Carroll Non c’è cosa più bella, penso, che introdurre con “ Alice nel paese delle meraviglie ” la mia nuova rubrica #leggerealcontrario dedicata ai libri illustrati! Di cosa si tratta? Vi parlerò delle immagini nei libri per bambini a partire dalle mie ricerche in campo di cultura visuale e letteratura dell’infanzia.  Perchè per me l eggere al contrario significa  girare il libro per mostrare ai bimbi e alle bimbi le figure, indica che non per forza bisogna cominciare dall’inizio, che le immagini non rispecchiano sempre e solo il testo,  che vi  possono essere molteplici interpretazioni,  e sprona a varcare la soglia dell’invisibile nascosto in tutto ciò che abbiamo davanti agli occhi. Ed ecco perchè mi sento di cominciare proprio da Alice... La storia delle illustrazioni del capolavoro di Carroll e’ tanto lunga quanto illustre. Qui vi presento una piccola scelta tra gli artisti che piu’ mi hanno colpito e le novità in libreria! Partia

IL VIAGGIO DI HALLA

“Ma Uggi era sconcertato e le disse che le signore-drago, che erano comunque rare, stavano a casa a guardia del tesoro. Ora, questa è un’antica falsa credenza dragonesca dal momento che, in realtà, le signore-drago sono molto più feroci di chiunque altro, soprattutto quando hanno un nido pieno di uova. E, sebbene sia sempre negato, è noto che le signore-drago abbiano ucciso e mangiato altri draghi e, ciò che è peggio, preso i loro tesori.” Perché sono di spalle? L’autrice volente o nolente non tanto, o meglio non solo, attraverso lo svolgersi della narrazione, ma forse ancor più nello stile stesso della narrazione, lascia aperto un quesito che in realtà è una voragine. Questa favola magica fitta di colpi di scena, capace di tenere insieme antiche leggende nordiche e il mondo fantasy, ciela una forte critica femminista che rispecchia l’animo e l’impegno in questo senso dell’autrice.  Naomi Mitchison, infatti, ci lascia una protagonista senza volto. E’ vero che nel complesso i p

“La bambina e il nazista” per il giorno della memoria

Nel giorno della memoria mi sento di dover celebrare la forza della ribellione, della capacità di “sentire” l’altro anche a scapito della propria vita. E spesso, come sembrano voler dire gli autori di La bambina e il nazista  Franco Forte e Scilla Bonfiglioli, sono i bambini con la loro innocenza a ricordare a noi adulti di avercela questa forza interiore. Leggendo questo libro mi è venuto in mente ciò che Walter Benjamin ha definito le “figure marginali, depositarie della speranza del riscatto”. Vale a dire i folli, le donne, i bambini, e persino gli animali: esseri immaturi, non cresciuti, imperfetti e spontanei che hanno rinunciato alla pretesa di certezze indubitabili e che proprio per questo possono riscattare la realtà. Oppure: possono trovare la forza di opporsi alla Legge dello stato a favore della legge del cuore. Perché in fondo, conoscono solo questa. Intervista a Scilla Bonfiglioli, co-autrice con Franco Forte del romanzo La bambina e il nazista. 1. Puoi racconta

“Uno spazio senza tempo” : storia di un’adolescente, intervista all’autrice Allegra Giulia Perboni

"Senza sapere esattamente cosa andrà a fare, inconsapevole di un talento che ha radici profonde, lascia che le mani si mettano in moto mentre s’immerge in quel regno magico. Cucinare la diverte: l’attesa non le pesa, quello è uno spazio senza tempo impregnato di odore buono." Questo libro,  Uno spazio senza tempo,  è uno di quelli da leggere tutto d’un fiato, almeno per quanto mi riguarda tocca tutte quelle tematiche che fanno risuonare le mie corde. E mi ricorda un pochino la mia di adolescenza, facendomi immedesimare nella protagonista.   I forti legami famigliari, in partico lare con i nonni paterni, un’infanzia felice forse troppo. Quasi protetta da una bolla in cui tutto va sempre bene, troppo bene. In cui c’è tantissimo amore e rispetto. E poi arriva come uno schiaffo il confronto con la realtà, quella vera, quella ad esempio di una città come Milano che, come un dito di un bambino nella bolla di sapone, fa esplodere questa parvenza di felicità. E allora ci si ritr

GIOIA E IL VELO DI ISIDE, O COME TOGLIERE IL VELO DI MAYA

Oggi voglio parlarvi di GIOIA E IL VELO DI ISIDE  un libro per ragazzi, che se si vuole è un giallo o anche un fantasy ambientato nell’antico Egitto, ma a ben vedere è un libro carico di spessore. Come tutti i libri della casa editrice MIMebù l’attenzione è rivolta - anche se sottilmente e quindi mai in maniera pesante - a molte tematiche sulla diversità in senso lato e a non incorrere in facili stereotipi spesso ancora così presenti non solo nei libri di testo scolastici, ma anche nei libri di narrativa per ragazzi.  Innanzitutto la protagonista è una bimba adottata, i personaggi principali e persino l’antagonista sono per lo più femminili, e tra i personaggi positivi ci sono oltre che a una fatina, un mostro nano peloso e un ragazzino-desiderio dai capelli viola! La trama ve la riporto brevemente, anche perché non voglio rovinarvi la sorpresa. Tutto parte da un desiderio, il desiderio di una ragazzina, Gioia, che vorrebbe avere i piedi diversi da quelli che ha. Il classico des

Nell'antro dell'Alchimista, racconti ipnotici per viaggiare nei sogni

Perdersi nelle parole, smarrirsi, per ritrovarsi da un’altra parte, quasi in un’altra dimensione. Passare dal gabinetto ricavato da un buco nel pavimento, un piano sotto l’altro in modo tale che gli escrementi possano sfruttare la forza di gravità e atterrare infine nel buco nero, per arrivare al gabinetto delle meraviglie, la “ Wunderkammer ” seicentesca dell’Arciduca Rodolfo. E magari incontrarci anche Alice che ci e’ arrivata attraversando lo specchio. Come sennò?! Questo almeno è ciò che accade nel racconto Alice a Praga ovvero Il gabinetto delle meraviglie in cui viene svelato il trucco carrolliano del non-sense, "ovvero del mondo del non-senso che è il contrario del senso comune; si tratta di un mondo costituito da deduzioni logiche e creato dal linguaggio; il linguaggio però si frantuma nelle sue stesse astrazioni." Questa accolta di racconti non-sense , o meglio onirici di Angela Carter, “ Nell’antro dell’Alchimista ”, nello specifico il secondo volume, i

Le anime di Leggendra, intervista all'autrice Melania Fusconi

1. La protagonista del tuo romanzo Le anime di Leggendra . I cimeli ancestrali è una giovane ragazza di nome Alhena. Il fatto che il personaggio principale sia femminile è importante per te? È importantissimo! Ho scelto un personaggio femminile perché credo fermamente che le donne abbiano una grandissima forza interiore. La mia Alhena rappresenta tutta la determinazione che possiede una giovane donna, è in quell’età in cui è pronta a spiccare il volo verso la propria strada che la porterà a diventare una grande donna. 2. Alhena, sin dalle prime pagine, si ribella al ruolo assegnatole dalla società del Villaggio Celato in cui vive. Un ruolo strettamente legato al genere, per cui in quanto donna è giusto per lei fare determinate cose piuttosto che altre. Quando hai creato la tua protagonista avevi in mente dei valori specifici da trasmettere alle tue lettrici e ai tuoi lettori? Come ho risposto poco fa, volevo che chi leggesse sapesse che comunque e sempre siamo noi stesse/i a decidere