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Leggere per leggere, recensione e intervista a Rachele Bindi

Leggere per leggere e’ un libro che sostiene con fermezza la necessità non tanto di leggere, ma di leggere libri di qualità. E questo vale a tutte le età. Infatti parte dal presupposto secondo il quale non basta che i ragazzi leggano, ma che leggano libri “selezionati”. Neanche per i giovani può e deve valere la frase “basta che leggano”, come invece spesso avviene quando si propongono a questa fascia d’età, così importante per la formazione di un individuo, libri e saghe ad alta leggibilità, banalizzanti e con personaggi stereotipati.  La parola d’ordine dunque è “selezione” come afferma l’Associazione Hamelin facendo riferimento già a Franz Kafka, il quale, in una lettera a Oskar Pollak del 1904, scrive della necessità che i libri siano per chi li legge come un pugno in testa. “Bisognerebbe leggere, credo, soltanto i libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo?” Libri che abbiano una forza scardinante dunque. E n

STORIE DI DONNE MITOLOGICHE PER BAMBINE MITICHE

  “ Le Muse erano figlie del re degli dei, Zeus, e di Mnemosine, la memoria. Erano le dee protettrici delle arti e della scienza, ma anche di ogni altra attività intellettuale. Il loro più grosso potere era di ispirare il canto e la poesia." Magari per una bimba non è proprio immediato immedesimarsi in una divinità greca. Dalla bellissima Afrodite, alla temibile Artemide e ancora la vendicativa Era. Almeno secondo una certa letteratura secondaria, mi riferisco qui al Mondo Incantato di Bruno Bettelheim, le divinità restano miraggi irraggiungibili per noi esseri mortali.  Tuttavia, se dagli psicologi junghiani abbiamo appreso l’idea che le divinità in senso lato - intese come simboli e immagini attraverso cui ci parlano i miti - rappresentano archetipi esistenziali della nostra psiche, allora possiamo ridimensionarle e trovarle addirittura negli aspetti del nostro modo di essere quotidiano. Non a caso i miti sono presenti in tutte le culture, non a caso vengono riassorbiti ne

LA SOGNATRICE

“Lei non era cresciuta in un’epoca di ottimismo, ma non significava che avesse vissuto senza sognare. I desideri non si avverano. Sono soltanto il bersaglio che dipingi intorno a quello che vuoi. Il centro devi sempre colpirlo da sola.” - L. Taylor, La Musa degli Incubi  Prologo Era un bel pomeriggio di aprile, e una mamma come tante avrebbe voluto fare una merenda sul prato insieme alla sua famiglia e mangiare una crostata alla marmellata di more appena sfornata. Le sarebbe anche piaciuto leggere un po’ e rilassarsi, ma neanche l’attimo di una foto e i bambini cominciarono ad ammucchiarsi e a urlare…E se quello che aveva era tutto ciò che da sempre aveva sognato? Antefatto Sarà deformazione professionale - a lungo ho studiato C. G. Jung e il suo pensiero sul mito e quindi sul sogno -, ma IL SOGNATORE di Laini Taylor (lo stesso vale anche per il suo seguito LA MUSA DEGLI INCUBI)  ha avuto la capacità di farmi letteralmente “sprofondare” nella natura ambigua del so