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Visualizzazione dei post con l'etichetta Nietzsche

IL TEOREMA DELLE BACCANTI

“Uno Straniero arriva in città da terre favolose e remote. La sua comparsa ha i tratti di un prodigio, di un evento soprannaturale. Essa sconvolge la polis e le sue istituzioni disgrega le famiglie, distrugge la vita dei singoli e della comunità.” “Uno Straniero che proviene dall’Oriente.” Svela all’improvviso il suo volto segreto e terribile, il volto di un toro selvaggio. “E tu che sei qui davanti a me, tu che mi guidi, ora mi sembri un toro: sulla tua testa sono spuntate le corna. Eri una belva già prima? Perché ora ti sei mutato in toro?”  - Euripide, Le Baccanti Dioniso, cosa posso dirvi nello spazio di un post? In effetti ho scritto un libro che ruota intorno a tale divinità. E' il lavoro che è uscito dal mio dottorato di ricerca e si intitola " La fuga degli dèi. Mito, immagini e matriarcato in Ludwig Klages. " Ma ve ne parlerò un'altra volta. Dioniso, senz’altro la mia divinità preferita. Non tanto per il fatto che sia il dio de

IL DIO DELL’AMORE NON HA REGOLE

Non avere regole significa essere liberi? Quando penso all’amore qualsiasi tipo di amore esso sia, penso che non possa essere definito tale se non include il concetto di libertà. Libertà di essere se stessi, ma anche di perdersi nell’altro. E soprattutto di scegliere l’altro. Questo non vuol dire che non ci siano regole, ma semplicemente che queste regole non sono quelle dettate da una determinata società in uno specifico momento storico.  Nell’antichità greca, ad esempio, è solo nel mito che Eros era un dio armato di frecce da scagliare in totale aribitrarietà, nella società invece sessualità e sentimento erano costretti in rigide regole coniugali, che prevedevano pochissime libertà effettive. C’è una bella differenza dunque tra ciò che nel mondo greco viene raccontato nei miti e ciò che accade nella società.  Allora perché rivolgerci al mito? Sebbene i miti siano molto diversi dalla storia non sono neanche semplici favole: sono racconti tradizionali, trasmessi in orig

LO STRAPPO E IL DIO DELLE PICCOLE COSE - ARUNDHATI ROY

LO STRAPPO E IL DIO DELLE PICCOLE COSE - ARUNDHATI ROY Non potete immaginare la mia gioia nel trovare in copertina su Internazionale un articolo della mia scrittrice indiana preferita, Arundhati Roy. L’articolo parla di come il Covid-19 rappresenti  per l’India e per i paesi più poveri, in cui milioni di persone vivono in baraccopoli senza assistenza sanitaria una vera e propria catastrofe, e mi ha riportato involontariamente al suo romanzo d'esordio, uno dei libri più belli che io abbia letto negli ultimi tempi:  IL DIO DELLE PICCOLE COSE.  L’ho scoperto trovandolo citato in un romanzo di un’altra autrice internazionale che adoro, un’autrice turca, Elif Shafak, e mi ha colpito tantissimo. Innanzitutto per i diversi livelli temporali che l’autrice indiana riesce a creare, in un rimbalzo coerente tra passato, presente e futuro, e poi per il modo in cui - quasi come nell’eterno ritorno dell’uguale tanto evocato da Nietzsche - tutte le 300 pagine del suo libro riescano a co