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Visualizzazione dei post con l'etichetta amore e diversità

CON LE ALI SBAGLIATE, Intervista all'autore Gabriele Clima

" A volte penso ancora a come mi sentivo. Sbagliata, colpevole, un errore della natura, come un uccello che non sa volare." Le sorrido. "I pinguini non sanno volare" le dico. "Perchè hanno le ali sbagliate" dice sorridendo a sua volta. "Ti ci fanno sentire, in questo modo, Nino. Un uccello con le ali sbagliate. Alla fine arrivi a crederci." Penso a come sono io, alle mie ali, a come sono. "Io non lo so come sono le mie ali." (...) "Fai come i pinguini, Nino: fregatene, usale, le tue ali, non credere a chi ti dice che sono sbagliate." Mentre leggevo il libro Con le ali sbagliate , lo sbalordimento ha preso il sopravvento... tanto che ho dovuto chiedere subito all’autore - Gabriele Clima - se esistesse davvero un posto così. Un posto in cui le persone vengono “curate” cioè indirizzate verso la “normalità” in nome di Dio. Ed esistite davvero e non nel Medioevo, non in qualche posto sperduto, ma oggi, in Italia. Tra le farfal

LA FIDANZATA D’AMERICA

“Sembri Penelope” le disse un giorno Nicola. Ma la sua terra di pietra (“tutti sassi” dicevano gli anziani) non era Itaca e Bettuccio non era re ma un emigrante in cerca di pane e lavoro. La povertà di un’Italia meridionale post bellica, degli anni ’20, dove chi non ha né arte né parte e magari è orfano di padre e nipote di briganti, nonostante si dia da fare come sarto e sappia usare l’abilità delle mani è costretto ad emigrare in America. Ma questa non è la storia di Bettuccio, emigrante-brigante appunto, ma della sua fidanzata. Ada, bellissima con la sua treccia corvina di capelli morbidi e setosi, i suoi occhi verdi con lo “sguardo svagato di castagna acerba” e il suo portamento elegante che aveva attratto Bettuccio sì, ma anche altri pretendenti. Assieme certo alla gelosia della "matrigna", e delle zie e le altre donne del villaggio, molto meno belle ed eleganti e per questo maligne. Intente a renderle la vita insopportabile e a farle agognare la fuga verso un par

LA BAMBINA CHE AVEVA PAROLE, intervista all'autrice Maria Grazia Anatra

"...e la regina pensa la giostra di legno e la giostra fa girare i bambini dalle guance rosse che ridono al freddo autunno." In questi giorni ho fatto tanti post su libri di Natale con i miei bimbi felici che leggono. Ma, proprio in questi giorni credo che il pensiero debba andare a quelle bimbe e a quei bimbi che felici non sono. Per questo vi presento La bambina che aveva parole , che tratta il difficile e terribile tema della violenza assistita con una delicatezza assoluta. Penso che tutti gli adulti che si occupano delle bambine e dei bambini, tutti gli educatori  e le educatrici, gli insegnanti e i genitori possano trovare un prezioso aiuto in questo libro per arrivare al cuore dei bimbi che più ne hanno bisogno. Magari anche solo facendogli ascoltare una fiaba che sappia aiutarli a dare un nome a quello che gli sta succedendo. Potete trovare di seguito l’intervista alla fantastica autrice Maria Grazia Anatra, che ringrazio di cuore. 1. Puoi raccontarci qualc

Intervista a Francesca Archinto, fondatrice BabaLibri

Intervista sul ruolo delle immagini nelle pubblicazioni rivolte alla prima infanzia ai fini di una pedagogia inclusiva Oggi ho l'onore di presentarvi un'intervista a una persona speciale, Francesca Archinto, relativa ad alcune scelte editoriali della   nota casa editrice BabaLibri. Non deve stupire che secondo Francesca sia il linguaggio delle emozioni ad essere quello privilegiato per arrivare al cuore dei bambini e così, io spero vivamente, a quello degli adulti che se ne occupano.  Il classico di Leo Lionni è secondo me l'esempio per eccellenza della potenzialtià dell'albo illustrato (picutre book) che coniugando il linguaggio verbale e quello visuale riesce a veicolare valori importantissimi come quelli dell'importanza dell'accoglienza della diversità e dell'amicizia. 1. Quale è la percentuale di libri che sensibilizza al tema della differenza sulla totalità delle vostre pubblicazioni indirizzate alla prima infanzia (2-6 anni)? È difficile rispondere a q

MIDNIGHT SUN: IL MITO DI PERSEFONE

“Solo per un secondo vidi Persefone, con la melagrana in mano, mentre si condannava agli Inferi. Ero io la sua condanna? Ade in persona, che bramava la primavera, la rubava e la condannava a una notte infinita.” Vi ricordate il mito di Ade e Persefone? Una storia d’amore impossibile raccontata nel mito, raccolta da Ovidio, attraverso gli occhi della madre della fanciulla-primavera, ovvero Demetra. La madre disperata quando non trova più la figlia, lasciata con le amiche nei campi a raccogliere fiori, i papaveri in particolare, sfida umani e dei con l’obiettivo di ritrovarla. La sua arma sono: la fertilità’, il grano, il nutrimento che proviene dalla terra - la vita in altre parole -,  e sua figlia, Persefone, ne è l’esplosione massima: la Primavera. Senza sua figlia, lei può decidere di privare gli uomini del nutrimento della terra. Questo è il suo ricatto. Ma cosa è successo veramente ? Dove è finita Persefone? Il mito narra che Ade si sia innamorato di lei e l’abbia rapita

NELLA BALENA: INTERVISTA A ALESSANDRO BARBAGLIA

Nel tuo libro, quasi come un fil rouge , ci parli dell’amore o anzi delle nostre storie d’amore come ciò che ci definisce. Ma l’amore, come ne parli tu, è qualcosa di molto vasto oserei dire quasi panteistico, che include quindi l’amore tra esseri umani sì, ma anche quello tra questi e gli animali, gli elementi naturali e persino le idee. Puoi dirci qualcosa di più riguardo alla tua concezione dell’amore? Scrivere d'amore significa non averlo capito: se no non si avrebbe tempo per scrivere, si sarebbe sempre innamorati. Lo dice bene, come potrebbe dirlo male, d'altra parte, Emily Dickinson: "che l'amore sia tutto, è tutto ciò che sappiamo dell'amore". Io credo di amare dello stesso sentimento un tramonto e mio figlio. Ed è chiaro che siano due declinazioni d'amore differenti, ma la radice è la medesima. Se ami, ami. E che l'oggetto del tuo amore (oggetto d'amore è bruttissimo, chiamiamolo soggetto d'amore. Un po' perché all'amore si

IL DIO DELL’AMORE NON HA REGOLE

Non avere regole significa essere liberi? Quando penso all’amore qualsiasi tipo di amore esso sia, penso che non possa essere definito tale se non include il concetto di libertà. Libertà di essere se stessi, ma anche di perdersi nell’altro. E soprattutto di scegliere l’altro. Questo non vuol dire che non ci siano regole, ma semplicemente che queste regole non sono quelle dettate da una determinata società in uno specifico momento storico.  Nell’antichità greca, ad esempio, è solo nel mito che Eros era un dio armato di frecce da scagliare in totale aribitrarietà, nella società invece sessualità e sentimento erano costretti in rigide regole coniugali, che prevedevano pochissime libertà effettive. C’è una bella differenza dunque tra ciò che nel mondo greco viene raccontato nei miti e ciò che accade nella società.  Allora perché rivolgerci al mito? Sebbene i miti siano molto diversi dalla storia non sono neanche semplici favole: sono racconti tradizionali, trasmessi in orig