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Visualizzazione dei post con l'etichetta Libri per adulti

LA FIDANZATA D’AMERICA

“Sembri Penelope” le disse un giorno Nicola. Ma la sua terra di pietra (“tutti sassi” dicevano gli anziani) non era Itaca e Bettuccio non era re ma un emigrante in cerca di pane e lavoro. La povertà di un’Italia meridionale post bellica, degli anni ’20, dove chi non ha né arte né parte e magari è orfano di padre e nipote di briganti, nonostante si dia da fare come sarto e sappia usare l’abilità delle mani è costretto ad emigrare in America. Ma questa non è la storia di Bettuccio, emigrante-brigante appunto, ma della sua fidanzata. Ada, bellissima con la sua treccia corvina di capelli morbidi e setosi, i suoi occhi verdi con lo “sguardo svagato di castagna acerba” e il suo portamento elegante che aveva attratto Bettuccio sì, ma anche altri pretendenti. Assieme certo alla gelosia della "matrigna", e delle zie e le altre donne del villaggio, molto meno belle ed eleganti e per questo maligne. Intente a renderle la vita insopportabile e a farle agognare la fuga verso un par

“Desideravo draghi con tutto il mio cuore", la realtà della fiaba secondo J.R.R. Tolkien

"La storia spesso somiglia al mito,  perché l’una e l’altro sono  in fin dei conti  della stessa materia." “Desideravo draghi con tutto il mio cuore; naturalmente, peritoso com’ero, non mi auguravo di trovarmeli nei dintorni, a invadere il mio mondo relativamente sicuro in cui era possibile, per esempio leggere racconti in santa pace, immuni dalla paura. Ma il mondo che comprendeva Fàfnir, sia pure soltanto immaginario, era più ricco e più bello per quanto pericoloso fosse.” Nel suo libro del 1964 “ Albero e foglia ” J. R. R. Tolkien ci trasporta nel mondo della fiaba, Feeria , il mondo della magia, da scrittore di fiabe che riflette sul proprio lavoro di narratore. Ciò che più mi ha colpito è il modo in cui l'autore indaga il rapporto tra la fiaba e le bambine e i bambini, mettendo in dubbio innanzitutto che vi debba essere un rapporto privilegiato tra di essi. Infatti, egli sottolinea come se è vero che i bambini abbiano un “naturale appetito per le meravigli

Ultimo amico di Edmondo De Amicis, intervista al curatore Enrico de Luca

“Che si balocca per un’ora con un giornale  e fa il leone furioso contro una scarpa;  che fiuta le lettere come un amante,  annusa i libri come un bibliomane  e origlia agli usci come una spia…” Buongiorno bibliomani, ho trovato finalmente un appellativo neutro per salutarvi, proprio grazie a questo libro “L᾽ultimo amico” di Edmondo De Amicis. Beh, lui in realtà lo riferisce al suo cane, Dick, a cui è dedicato e indirizzato questo racconto. In fondo non è facile trovare in italiano un epiteto che non sia sessista (cfr. Alma Sabatini) e già il linguaggio è di per sé ricettacolo di stereotipi e pregiudizi. Nell᾽ Ultimo amico  la penna magistrale di De Amicis, inizia con lo scardinare uno dei pregiudizi dello stesso autore, vale a dire quello nei confronti della razza canina da lui in un primo momento considerata inferiore. È inizialmente il sentimento di pietà che permette a De Amicis di entrare in empatia con il trovatello portato a casa dal figlio minore in un momento diffic

MIDNIGHT SUN: IL MITO DI PERSEFONE

“Solo per un secondo vidi Persefone, con la melagrana in mano, mentre si condannava agli Inferi. Ero io la sua condanna? Ade in persona, che bramava la primavera, la rubava e la condannava a una notte infinita.” Vi ricordate il mito di Ade e Persefone? Una storia d’amore impossibile raccontata nel mito, raccolta da Ovidio, attraverso gli occhi della madre della fanciulla-primavera, ovvero Demetra. La madre disperata quando non trova più la figlia, lasciata con le amiche nei campi a raccogliere fiori, i papaveri in particolare, sfida umani e dei con l’obiettivo di ritrovarla. La sua arma sono: la fertilità’, il grano, il nutrimento che proviene dalla terra - la vita in altre parole -,  e sua figlia, Persefone, ne è l’esplosione massima: la Primavera. Senza sua figlia, lei può decidere di privare gli uomini del nutrimento della terra. Questo è il suo ricatto. Ma cosa è successo veramente ? Dove è finita Persefone? Il mito narra che Ade si sia innamorato di lei e l’abbia rapita

LE DONNE DI DRACULA E IL MITO DEL SANGUE

“Non ho saputo resistere alla tentazione di prendermi un po' gioco di lui, suppongo sia un avanzo di sapore della mela originale che ancora ci portiamo in bocca, così gli ho offerto il mio diario stenografato.” Un classico senza tempo che, al di là del successo mediatico che dalla sua prima stesura nel 1897 l’ha visto protagonista di infiniti retelling prima in campo letterario e poi in campo cinematografico, resta per sempre la pietra miliare del romanzo gotico.   Una lettura che mi ha raggelato, entusiasmato,  incantato, ma anche lasciato con qualche domanda esistenziale relativa al rapporto di Bram Stoker con le donne. Domande, che devo dire questa volta sono state alimentate e in parte anche risposte dalla sapiente curatela di Franco Pezzini di questa meravigliosa edizione illustrata. Prima di addentrarmi nel tema del femminile  in “ Dracula ”, volevo fare una piccola precisazione. Uno degli aspetti su cui si concentra il curatore è proprio il fatto che i numerosi retelling

L'OMBRA DI EDITH NESBIT: INTERVISTA A ENRICO DE LUCA

Siamo ormai in autunno e come si sa, il mese di Ottobre in particolare, è il mese perfetto per parlare di fantasmi. Il giorno dei morti si avvicina, fuori l'aria è fredda, magari c'è un forte vento e le nuvole sono cariche di pioggia. In genere questi racconti avvengono in torno al calore del fuoco di un camino, in un albergo, in un maniero, in un castello. Qualcuno arrivato da fuori racconta ad un gruppo di sconosciuti una storia di fantasmi, un incontro col sovrannaturale, spesso capitata a  qualcun'altro, ma il più delle volte si sottende che prorpio colui che racconta è il vero protagonista dell'incontro. Dal Castello della Pietra vi presento il libro di Edith Nesbit  L'Ombra ed altri oscuri racconti   e vi racconto anch'io un'antica leggenda.  Dovete sapere che ancora oggi si aggirano nelle sale di questo castello e nelle vallate che lo circondano fantasmi e antiche presenze. A me è stato raccontato con vivida chiarezza del fantasma Francesca, una donn

I RICORDI (NON) FANNO RUMORE: INTERVISTA A CARMEN LATERZA

Care lettrici e lettori, oggi vi propongo un'intervista a un'autrice esordiente che ha scritto un libro molto intenso ambientato nella seconda guerra mondiale. Questa e’ una storia di donne. Anzi del passaggio di testimone di madre in figlia. Quanto e’ importante secondo te nella vita di una donna il rapporto con la madre? E' fondamentale! Che lo vogliamo o no, facciamo tutte riferimento a nostra madre o - in generale - alla figura che ci ha fatto da madre. Quando siamo giovani spesso non ce ne rendiamo conto o forse perfino vorremmo segnare una distanza da nostra madre; ma crescendo ci rendiamo conto che la sua figura ci ha formato più di quanto immaginiamo e che a quella figura facciamo sempre riferimento, a volte inconsapevolmente, più di quanto vorremmo ammettere.  E questo è dolorosamente ancora più vero quando la figura della madre manca, viene rifiutata o viene meno, perché il rapporto con la figura materna è inevitabile. Anche nell'assenza.   Per parlare della g

IL VENTO E IL SUO CAMPIONE: INTERVISTA A GIUSEPPE VALLERINI

“ In basso, poi in alto, dopo un attimo a sinistra. Quand’ecco che la luce dell’unico lampione che giungeva fin lì dalla strada illuminò a cinque metri da me il volto sporco de segnato di un barbone. Il mio Abate Faria.” Nella tragedia greca Euripide ha introdotto il deus ex-machina, che ala fine interviene a sistemare la sorte dell'eroe. Un concetto che mi ha sempre affascinato, non solo perché afferma la superiorità del caso sulla divinità, ma anche e soprattutto per la sua imprevedibilità. Questa imprevedibilità caratterizza la magia, i talismani, le streghe, la possibilità stessa dell’impossibile. Oppure se - come Giuseppe Vallerini ne  IL VENTO E IL SUO CAMPIONE -, guardiamo ad un grande classico quale Il Conte di Montecristo di Dumas, allora questa imprevidibilità che dà colore alla vita   la troviamo personificata nell’abate Faria, sotto forma di salvezza. Siete pronti a conoscere il vostro abate Faria? O l'avete già conosciuto? Ho il piacere di condividere con voi l&#