Passa ai contenuti principali

L'Invito: intervista all'autore Marco Rassu

“Il mare e la lontananza da tutto ti danno l’occasione di guardarti dentro e non lasciano spazio a quelle sovrastrutture che affossano il tuo io più vero in un buco nero così profondo dal quale difficilmente lo si potrà recuperare.” 



Quella sera si realizzò un sogno; due amici, il surf, un tramonto indonesiano e due birre fresche. Sembra quasi banale ma vi assicuro che non lo fu per nulla. Il sole si ritira velocemente ma quei minuti, nella nostra mente, restano infiniti.”








Oggi più che un libro, vi presento un invito nella forma di libro, nel caso specifico di un kindle, il mio, in riva al mare.


“Un invito a saltare nel vuoto, a tuffarsi nel mare aperto, senza la paura della caduta, trasformando le vertigini in estasi, perché la qualità e l’intensità delle nostre esperienze compensa la brevità dell’esistenza.” Come scrive Alexia Clorinda nella Prefazione.


Un invito, quello dell’autore, a pensare con la propria testa, prima di tutto. Marco Rassu, trattando temi molto generali, come il tempo, l’ambizione, la paura della morte, la necessità di trovare un realizzazione nel lavoro e nella vita, e cercando un possibile significato nel confronto tra diverse culture, non fa altro che spronare i lettore a dire la propria.


E in questo caso, secondo me, dire la propria viene a coincidere con la libera espressione di se stessi, dei propri contenuti e perché no, sembra dirci l’autore, anche attraverso la scrittura. Infatti non è per niente un caso che Marco abbia non solo fondato una piccola casa editrice la  42book, ma anche un corso professionale a 360° sull’auto editoria.


Voglio anche aggiungere che il testo di Marco, il suo manifesto è davvero molto scorrevole e piacevole come lettura!





Intervista a Marco Rassu



1. Vuoi raccontarci qualcosa di te?


Ingegnere, imprenditore, autore, surfista... solo etichette! Alla fine Marco è semplicemente "uno dei tanti" che si pone le domande "di tutti" e che tira le somme in base al suo vissuto e alla sua realtà.

Ultimo step (per adesso): dieci anni in Africa nera che mi hanno fatto riscoprire il potere della semplicità e apprezzare l'estrema profondità/ricchezza dietro i piccoli gesti... banali routine... sorrisi e silenzi.



2. Come è nata questa storia? E’ effettivamente autobiografica come sembra leggendola?


Questa breve storia nasce dalla voglia di raccontarmi e di estraniare piccole grandi riflessioni provenienti dalla mia visione delle cose. L'invito, l'incontro di personaggi volutamente stereotipati è solo uno stratagemma per dare voce ai miei pensieri e insinuare nella testa del lettore input che rendano meno banali i "comuni luoghi comuni"!

Ogni flashback autobiografico è vero al 100%.



3. Quale è il messaggio che vorresti dare ai lettori con il tuo libro?


Non c'è presunzione di saccenza dietro un testo così leggero che è ben lontano dal volere filosofeggiare in maniera complessa. Credo che dietro alla retorica, dietro i pensieri populisti così come dietro i proverbi si nascondano le grandi verità. L'uomo ha la capacità di rendere complesso ciò che non lo è. Così facendo certi concetti non diventano accessibili alla massa che li perde. Ma poi arriva qualcuno che ci dice "be water my friend" e in quattro parole ci dà una lezione immensa di vita. 

I personaggi del libro esprimono opinioni volutamente scontate perché quello serve al racconto per provocare il lettore a dare la sua.

Invito tutti a scoprirsi, a guardarsi dentro, a rituffarsi anche loro nel passato per poi tornare al presente e riflettere... così come ho fatto io... uno di voi, uno dei tanti.


4. Considerata la tua esperienza nel self publishing e la tua attività a tutto campo nel campo dell’editoria,  che consiglio daresti a chi vuole pubblicare un libro?


Consiglierei di auto pubblicarsi evitando di incrementare il giro d'affari delle grandi case editrici, qualora esse fossero disposte a collaborare. Consiglierei di essere se stessi senza provare a dare un'impronta più vendibile al libro... sì insomma... a renderlo più commerciale!

Lo stile è importante ed un libro beh, è ANCHE un esercizio letterario, ma deve essere soprattutto anima, emozione, verità, sostanza. Qualcuno diceva: "scrivi da ubriaco e correggi da sobrio!”


5. Puoi dirci qualcosa di più sul tuo corso?


Il corso, Revo Book Master, che più che un corso è un percorso, nasce dalla voglia comune mia e di Pietro Cappelli di opporsi ai sempre più frequenti formatori che spacciano il self publishing per un semplice business profittevole online da utilizzare alla ricerca di lucro. Insieme decidiamo di creare il primo vero corso di auto editoria in Italia e, per farlo, coinvolgiamo anche altri professionisti del settore, così da poter chiudere il cerchio sull'intero processo di pubblicazione di un libro. 


Oggi Revo Book Master scende in campo con un team solido di persone preparate esperte di editoria, design, branding, marketing, copywriting e perfino un coach certificato a livello internazionale che aiuterà gli studenti a scovare nicchie di scrittura a loro affini e in linea con le loro vere attitudini. Si tratta di un per-corso con oltre 180 lezioni professionali tenute dai membri del team che guideranno passo dopo passo gli aspiranti self publishers a comprendere appieno tutte le strategie e le tecniche utilizzate dalle più grandi case editrici. 


Insomma con l'auto editoria impariamo a volare da soli e perché no... a guadagnare con la nostra passione!

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

La serie di Teresa Battaglia, una commissaria contro gli stereotipi

Mentre ce ne stiamo a rimirare i fiori, c’è qualcuno che sta attraversando l’inferno. Fiori sopra l’inferno   è il titolo del primo dei quattro libri della serie di Teresa Battaglia scritta dall’autrice friulana Ilaria Tuti e cela l’haiku del poeta giapponese Kobayashi Issa. Non scordare: noi camminiamo sopra l’inferno,  guardando i fiori. E questo qualcuno, che ha attraversato l’inferno, e’ l’assassino. O l’assassina. Sempre seriale. La capacità empatica di sentire il dolore nel male, mi ha fatto apprezzare il commissario Battaglia, anzi la commissaria, che è una donna e una madre anche senza avere figli biologici, per la sua innata compassione nei confronti della vita quando inerme.  Questa capacità che è poi la chiave della sensibilità, mette in crisi i confini classici del bene e del male, mostrando come a volte chi è carnefice è in primo luogo vittima. Vittima di violenza assistita o vissuta sin dall’infanzia. Questo non vuol dire che la violenza è giustificata, anzi, s

Fiori di Kabul, quando un fiore cresce nella polvere

  “Sei un fiore prezioso, e i fiori preziosi non possono crescere nella polvere.” La mamma lo ripete spesso a Maryam nella polverosa Kabul, mentre tutti gli altri cercano in ogni modo di non farla sbocciare. Tutti gli altri a cominciare da suo padre, che le impedisce di imparare ad andare in bicicletta, perché “è una cosa che offende l’Islam”, se ci vanno le femmine. Ma non proprio tutti, perché c’è suo fratello che è un uomo buono, come anche il suo allenatore, e la sua migliore amica, Samira. Lei è hazara e Maryam pashtun: sono entrambe due fiori bellissimi.  “Non sapevo se fossi davvero preziosa, ma mi piaceva l’idea di essere un fiore.  Magari in un’altra vita lo ero stata veramente, un fiore che cresceva là sulla montagne, era possibile, e forse era per questo che ogni giorno desideravo essere lassù.” Montagna, senso di libertà, il vento tra i capelli e Maryam che pedala verso il suo destino con il cuore che le batte all’impazzata. Oggi, per noi in Italia, o comunque in Occid

Tre albi illustrati per la "Giornata mondiale della gentilezza"

  Lo sapevate che la “Giornata mondiale della Gentilezza” è nata in Giappone?   Nello specifico, questa giornata nasce a Tokio nel 1988 con il World Kindness Movement, e presto si è diffusa in tutto il mondo. Sembra semplice, perché la gentilezza è la semplicità di un gesto fatto con dolcezza e rispetto, di un sorriso, di una carezza. Ma poi nei fatti non è affatto così semplice essere gentili.  Nella quotidianità, purtroppo, lo stress e la tecnologia non fanno che alimentare relazioni basate sulla poca attenzione e l’aggressività, anche e forse soprattutto da parte degli adulti nei confronti delle bambini e bambine che a loro volta le perpetuano a scapito degli altri bambini. La gentilezza è un esercizio di attenzione che ci rende migliori e quindi dovrebbe essere celebrata tutti i giorni, magari e perché no anche attraverso dei meravigliosi albi illustrati da leggere insieme. Ecco quelli che vi propongo oggi, a partire da destra potete vedere: Il piccolo libro della gentile