Passa ai contenuti principali

Il femminismo come stile di vita, Il libro di Itziar Ziga

Il femminismo e’ uno stile di vita.

Che lo si voglia o no.

Che lo si scelga o no

Esiste, 

E ha cambiato la storia.


Il femminismo e’ uno stile di vita.

Che lo vogliamo o no

Che lo scegliamo o no.

Almeno adesso abbiamo una scelta.


A perenne ricordo che ci sono anche uomini buoni.













Mi ha ispirato questi versi la giornalista transfemminista Itziar Ziga. Nel suo libro dedicato a sua madre "La felice e violenta vita di Maribel Ziga", l'autrice tratta l’importanza storica del femminismo in maniera molto personale, come via d’uscita dallo “stato di minorità” a cui sono  da sempre relegate le donne nella nostra società dominata da ciò che ella definisce il “vampirismo patriarcale”. 


Il patriarcato, dunque, inteso come sistematica sottomissione della donna a partire dal Medioevo e dalle caccia alle "streghe" bruciate al rogo. 


"Noi donne siamo cresciute per secoli in un mondo costruito contro di noi, soprattutto da quando bruciarono le nostre sorelle sui roghi della cristianità. Quel femminicidio fondativo che fu la caccia alle streghe creò nelle nostre comunità la frattura necessaria a strapparci il potere sociale e sessuale e sottomettere il popolo. Ma della nostra stupidità e convinto solo il patriarcato, nessuna di noi accetta davvero di essere sottomessa, semmai lo sopportiamo."


Mi ha colpito la sua ironia, schiettezza e leggerezza nell’affrontare temi brutali come violenza e abusi, vissuti oltretutto dall’autrice in prima persona da bambina nella forma della violenza assistita.


Forse nel finale risulta un pochino ripetitivo, ma resta comunque un libro che consiglio per una panoramica sulla condizione della donna nel Novecento e di come il femminismo abbia cambiato la storia.


Ovvero come l’unione tra donne, la sorellanza, abbia reso possibile e ancora continua a rendere possibile un “futuro” diverso  per la convivenza tra generi. Dove non è contemplata e accettabile alcuna violenza.



Dove l'unione fa la forza, e insieme si dice no.

Anche se si ama il proprio carnefice, oppure proprio perchè lo si ama.



“La Santa Inquisizione Femminicida non fu una bestia sanguinaria e piromane, sapeva molto bene quello che faceva. Per sottometterci, cercarono di impedire che ci difendessimo tra di noi. Qualsiasi riunione fra vicine era sospettata di essere un akelarre, un sabba. Conoscono e temono la forza che abbiamo quando siamo unite (…).”





Per finire, una curiosità sul murale degli Otrica Noodels che vedete qui in foto dedicato alle donne che hanno fatto grande il Novecento. Tra Liliana Segre e Alda Merini si trova  l'articolo 18 della Convenzione di Vienna del 1993 che cita:


"I diritti umani delle donne e delle bambine sono parte inalienabile, integrale e indivisibile dei diritti umani universali. La piena ed eguale partecipazione delle donne nella vita politica, civile, economica, sociale, culturale, a livello nazionale, regionale e internazionale e lo sradicamento di tutte le forme di discriminazione sessuale, sono obiettivi prioritari della comunità internazionale.

La violenza di genere e tutte le forme di molestia e sfruttamento sessuale, incluse quelle derivanti da pregiudizi culturali e da traffici internazionali, sono incompatibili con la dignità e il valore della persona umana e devono essere eliminate. Questo obiettivo può essere conseguito attraverso strumenti legislativi e attraverso un'azione nazionale e una cooperazione internazionale in campi come lo sviluppo economico e sociale, l'educazione, la tutela della maternità e della salute, i servizi sociali.

I diritti umani delle donne dovrebbero costituire parte integrante delle attività delle Nazioni Unite nel campo dei diritti umani, inclusa la promozione di tutti gli strumenti sui diritti umani riguardanti le donne.

La Conferenza Mondiale sui diritti umani sollecita i governi, le istituzioni, le organizzazioni intergovernative e non-governative a intensificare i loro sforzi per la protezione dei diritti umani delle donne e delle bambine"

Lo riporto per intero, perchè il fatto che nel 1993 fosse ancora necessario ribadire che anche le donne debbano costituire parte integrante nel campo dei diritti umani è a mio avviso perlomeno rilevante.









Commenti

  1. Bellissimo questo articolo 🤩 il femminismo é un tema che mi sta molto a cuore!!

    RispondiElimina
  2. Sai quanto io tenga alla diffusione del pensiero femminista e alle letture a tema. Per cui ben vengano parole come le tue e scelte di libri in sintonia con questo pensiero

    RispondiElimina
  3. Spesso ci si dimentica che i diritti delle donne sono diritti umani

    RispondiElimina
  4. Un articolo molto, molto interessante. Complimenti

    RispondiElimina
  5. Bellissimo articolo su un tema che mi sta tanto a cuore. Bravissima

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

La serie di Teresa Battaglia, una commissaria contro gli stereotipi

Mentre ce ne stiamo a rimirare i fiori, c’è qualcuno che sta attraversando l’inferno. Fiori sopra l’inferno   è il titolo del primo dei quattro libri della serie di Teresa Battaglia scritta dall’autrice friulana Ilaria Tuti e cela l’haiku del poeta giapponese Kobayashi Issa. Non scordare: noi camminiamo sopra l’inferno,  guardando i fiori. E questo qualcuno, che ha attraversato l’inferno, e’ l’assassino. O l’assassina. Sempre seriale. La capacità empatica di sentire il dolore nel male, mi ha fatto apprezzare il commissario Battaglia, anzi la commissaria, che è una donna e una madre anche senza avere figli biologici, per la sua innata compassione nei confronti della vita quando inerme.  Questa capacità che è poi la chiave della sensibilità, mette in crisi i confini classici del bene e del male, mostrando come a volte chi è carnefice è in primo luogo vittima. Vittima di violenza assistita o vissuta sin dall’infanzia. Questo non vuol dire che la violenza è giustificata, anzi, s

Fiori di Kabul, quando un fiore cresce nella polvere

  “Sei un fiore prezioso, e i fiori preziosi non possono crescere nella polvere.” La mamma lo ripete spesso a Maryam nella polverosa Kabul, mentre tutti gli altri cercano in ogni modo di non farla sbocciare. Tutti gli altri a cominciare da suo padre, che le impedisce di imparare ad andare in bicicletta, perché “è una cosa che offende l’Islam”, se ci vanno le femmine. Ma non proprio tutti, perché c’è suo fratello che è un uomo buono, come anche il suo allenatore, e la sua migliore amica, Samira. Lei è hazara e Maryam pashtun: sono entrambe due fiori bellissimi.  “Non sapevo se fossi davvero preziosa, ma mi piaceva l’idea di essere un fiore.  Magari in un’altra vita lo ero stata veramente, un fiore che cresceva là sulla montagne, era possibile, e forse era per questo che ogni giorno desideravo essere lassù.” Montagna, senso di libertà, il vento tra i capelli e Maryam che pedala verso il suo destino con il cuore che le batte all’impazzata. Oggi, per noi in Italia, o comunque in Occid

Tre albi illustrati per la "Giornata mondiale della gentilezza"

  Lo sapevate che la “Giornata mondiale della Gentilezza” è nata in Giappone?   Nello specifico, questa giornata nasce a Tokio nel 1988 con il World Kindness Movement, e presto si è diffusa in tutto il mondo. Sembra semplice, perché la gentilezza è la semplicità di un gesto fatto con dolcezza e rispetto, di un sorriso, di una carezza. Ma poi nei fatti non è affatto così semplice essere gentili.  Nella quotidianità, purtroppo, lo stress e la tecnologia non fanno che alimentare relazioni basate sulla poca attenzione e l’aggressività, anche e forse soprattutto da parte degli adulti nei confronti delle bambini e bambine che a loro volta le perpetuano a scapito degli altri bambini. La gentilezza è un esercizio di attenzione che ci rende migliori e quindi dovrebbe essere celebrata tutti i giorni, magari e perché no anche attraverso dei meravigliosi albi illustrati da leggere insieme. Ecco quelli che vi propongo oggi, a partire da destra potete vedere: Il piccolo libro della gentile