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IL VOLO

Allora Margherita lanciò un acuto fischio e, cavalcando la scopa che l’aveva raggiunta, 
passò attraverso il fiume sull’altra riva. 
L’ombra della montagna di argilla non giungeva fin lì 
e tutta la riva era inondata di luna.



“Il Maestro e Margherita” è decisamente uno dei miei libri preferiti. 

L’ho regalato a mio padre qualche anno fa e sfogliandolo ho ritrovato la dedica che gli avevo fatto, dove gli ricordo che l’avevo letto per la prima volta in Giordania.
In effetti siamo stati in viaggio con tutta la famiglia in Giordania quando avevo circa 15 anni, da adolescente.

Ero a Petra, quando in una delle bellissime tombe scavate in quell’arenaria policroma di età paleozoica, ho assistito per caso ad un concerto gospel di rara bellezza.
Mentre stavo ammirando una delle venature viola pallido, dalle impercettibili sfumature che rivestono le tombe di Petra, mi ritrovo nel bel mezzo di un gruppo di persone, evidentemente membri di un coro gospel o simile. Tutto d’un tratto infatti la grotta sembra animarsi del suono delle voci celestiali di questi cantanti professionisti. Le eco delle loro voci cominciano a rimbalzare di parete in parete, di grotta in grotta, in quel paesaggio marziale. Il deserto rosso del Wadi Rum. 
Mi sento avvolta da questa melodia che mi porta in uno stato di benessere indecifrabile e quasi non mi accorgo che Petra, che è una delle sette meraviglie del mondo ed è un parco nazionale archeologico protetto dall’UNESCO, sta per chiudere.
I miei genitori mi vengono a cercare, sono rimasta lì oltre la chiusura a fare amicizia con una ragazza beduina della mia età con cui ci siamo scambiate dei piccoli gioielli. Ho ancora la sua cavigliera. Ma la cosa più bella che mi ha regalato è stata la vista di tutta Petra dalla cima di una roccia sacrificale altissima.

Sicuramente è stato complice il contesto in cui mi trovavo certo, ma anche il libro senza dubbio, anche perché le colonne di arenaria rosa e azzurra dentro cui son scavate le tombe di Petra ricordano molto da vicino la sala da ballo di Satana in cui Margherita si ritrova ad essere la regina e padrona di casa.

Vi riporto la descrizione:

“Nel salone successivo non c’erano colonne, ma un’intera parete di rose rosse, roasa, bianche da un lato, e dall’altro una parete di grosse camelie giapponesi. Fra le pareti sussurravano fontane che sprizzavano champagne in tre conche una viola pallido, una rubino, una di cristallo. (…) Nella parete di rose c’era un passaggio dove, su un podio, si agitava frenetico un uomo in marsina rossa a coda di rondine. Gli stava davanti un’orchestra jazz che tuonava con una violenza insopportabile. Il direttore si chinò davanti a Margherita appena la vide fino a sfiorare pr terra con le dita, poi si raddrizzò e gridò con voce acuta “Alleluja!”.” 


Quella notte feci uno dei miei primi sogni lucidi e, prendendo il comando di un sogno qualsiasi, ho finalmente volato.
Fare un sogno lucido vuole dire prendere coscienza e rendersi conto che si sta sognando, e a quel punto si può controllare il sogno stesso.


Un po’ come Margherita quando finalmente ammette a se stessa quanto amava il Maestro e lo va a cercare, ma non lo trova. Oppure quando si mette l’unguento datole da Azazello, uno dei servitori di Satana, e diventa una strega e vola fuori dalla finestra.
Devi dire “Invisibile” le intima Azazello, così nessuno ti può vedere.
E così lei vola su Mosca a cavallo di una scopa, nuda come le altre streghe, e distrugge la casa di uno dei critici che hanno rovinato la vita al Maestro. 

La cosa più pazzesca di questo libro è che non sai mai qual’è il confine tra sogno e realtà. Anzi, quando vengono descritti i sogni ti senti nel terreno sicuro di ciò che è reale o che perlomeno può esserlo, mentre quando si susseguono le avventure di Margherita e del suo Maestro hai sempre la certezza di trovarti in un sogno, anche se sicuramente lucido.


Ditemi voi, ora, se considerato il libro e il contesto un sogno lucido non vi sembra possibile.

Musica consigliata: Love & destroy, Franz Ferdinand

Commenti

  1. Ho letto con piacere e devo dire che mi hai fatto venir voglia di leggere questo libro. Non ho mai fatto un sogno lucido ma spesso ricordo i miei sogni.

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