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LE DONNE DI DRACULA E IL MITO DEL SANGUE

“Non ho saputo resistere alla tentazione di prendermi un po' gioco di lui, suppongo sia un avanzo di sapore della mela originale che ancora ci portiamo in bocca, così gli ho offerto il mio diario stenografato.” Un classico senza tempo che, al di là del successo mediatico che dalla sua prima stesura nel 1897 l’ha visto protagonista di infiniti retelling prima in campo letterario e poi in campo cinematografico, resta per sempre la pietra miliare del romanzo gotico.   Una lettura che mi ha raggelato, entusiasmato,  incantato, ma anche lasciato con qualche domanda esistenziale relativa al rapporto di Bram Stoker con le donne. Domande, che devo dire questa volta sono state alimentate e in parte anche risposte dalla sapiente curatela di Franco Pezzini di questa meravigliosa edizione illustrata. Prima di addentrarmi nel tema del femminile  in “ Dracula ”, volevo fare una piccola precisazione. Uno degli aspetti su cui si concentra il curatore è proprio il fatto che i numerosi retelling

L'OMBRA DI EDITH NESBIT: INTERVISTA A ENRICO DE LUCA

Siamo ormai in autunno e come si sa, il mese di Ottobre in particolare, è il mese perfetto per parlare di fantasmi. Il giorno dei morti si avvicina, fuori l'aria è fredda, magari c'è un forte vento e le nuvole sono cariche di pioggia. In genere questi racconti avvengono in torno al calore del fuoco di un camino, in un albergo, in un maniero, in un castello. Qualcuno arrivato da fuori racconta ad un gruppo di sconosciuti una storia di fantasmi, un incontro col sovrannaturale, spesso capitata a  qualcun'altro, ma il più delle volte si sottende che prorpio colui che racconta è il vero protagonista dell'incontro. Dal Castello della Pietra vi presento il libro di Edith Nesbit  L'Ombra ed altri oscuri racconti   e vi racconto anch'io un'antica leggenda.  Dovete sapere che ancora oggi si aggirano nelle sale di questo castello e nelle vallate che lo circondano fantasmi e antiche presenze. A me è stato raccontato con vivida chiarezza del fantasma Francesca, una donn

I RICORDI (NON) FANNO RUMORE: INTERVISTA A CARMEN LATERZA

Care lettrici e lettori, oggi vi propongo un'intervista a un'autrice esordiente che ha scritto un libro molto intenso ambientato nella seconda guerra mondiale. Questa e’ una storia di donne. Anzi del passaggio di testimone di madre in figlia. Quanto e’ importante secondo te nella vita di una donna il rapporto con la madre? E' fondamentale! Che lo vogliamo o no, facciamo tutte riferimento a nostra madre o - in generale - alla figura che ci ha fatto da madre. Quando siamo giovani spesso non ce ne rendiamo conto o forse perfino vorremmo segnare una distanza da nostra madre; ma crescendo ci rendiamo conto che la sua figura ci ha formato più di quanto immaginiamo e che a quella figura facciamo sempre riferimento, a volte inconsapevolmente, più di quanto vorremmo ammettere.  E questo è dolorosamente ancora più vero quando la figura della madre manca, viene rifiutata o viene meno, perché il rapporto con la figura materna è inevitabile. Anche nell'assenza.   Per parlare della g

STORIE DI DONNE MITOLOGICHE PER BAMBINE MITICHE

  “ Le Muse erano figlie del re degli dei, Zeus, e di Mnemosine, la memoria. Erano le dee protettrici delle arti e della scienza, ma anche di ogni altra attività intellettuale. Il loro più grosso potere era di ispirare il canto e la poesia." Magari per una bimba non è proprio immediato immedesimarsi in una divinità greca. Dalla bellissima Afrodite, alla temibile Artemide e ancora la vendicativa Era. Almeno secondo una certa letteratura secondaria, mi riferisco qui al Mondo Incantato di Bruno Bettelheim, le divinità restano miraggi irraggiungibili per noi esseri mortali.  Tuttavia, se dagli psicologi junghiani abbiamo appreso l’idea che le divinità in senso lato - intese come simboli e immagini attraverso cui ci parlano i miti - rappresentano archetipi esistenziali della nostra psiche, allora possiamo ridimensionarle e trovarle addirittura negli aspetti del nostro modo di essere quotidiano. Non a caso i miti sono presenti in tutte le culture, non a caso vengono riassorbiti ne

IL VENTO E IL SUO CAMPIONE: INTERVISTA A GIUSEPPE VALLERINI

“ In basso, poi in alto, dopo un attimo a sinistra. Quand’ecco che la luce dell’unico lampione che giungeva fin lì dalla strada illuminò a cinque metri da me il volto sporco de segnato di un barbone. Il mio Abate Faria.” Nella tragedia greca Euripide ha introdotto il deus ex-machina, che ala fine interviene a sistemare la sorte dell'eroe. Un concetto che mi ha sempre affascinato, non solo perché afferma la superiorità del caso sulla divinità, ma anche e soprattutto per la sua imprevedibilità. Questa imprevedibilità caratterizza la magia, i talismani, le streghe, la possibilità stessa dell’impossibile. Oppure se - come Giuseppe Vallerini ne  IL VENTO E IL SUO CAMPIONE -, guardiamo ad un grande classico quale Il Conte di Montecristo di Dumas, allora questa imprevidibilità che dà colore alla vita   la troviamo personificata nell’abate Faria, sotto forma di salvezza. Siete pronti a conoscere il vostro abate Faria? O l'avete già conosciuto? Ho il piacere di condividere con voi l&#

NELLA BALENA: INTERVISTA A ALESSANDRO BARBAGLIA

Nel tuo libro, quasi come un fil rouge , ci parli dell’amore o anzi delle nostre storie d’amore come ciò che ci definisce. Ma l’amore, come ne parli tu, è qualcosa di molto vasto oserei dire quasi panteistico, che include quindi l’amore tra esseri umani sì, ma anche quello tra questi e gli animali, gli elementi naturali e persino le idee. Puoi dirci qualcosa di più riguardo alla tua concezione dell’amore? Scrivere d'amore significa non averlo capito: se no non si avrebbe tempo per scrivere, si sarebbe sempre innamorati. Lo dice bene, come potrebbe dirlo male, d'altra parte, Emily Dickinson: "che l'amore sia tutto, è tutto ciò che sappiamo dell'amore". Io credo di amare dello stesso sentimento un tramonto e mio figlio. Ed è chiaro che siano due declinazioni d'amore differenti, ma la radice è la medesima. Se ami, ami. E che l'oggetto del tuo amore (oggetto d'amore è bruttissimo, chiamiamolo soggetto d'amore. Un po' perché all'amore si

INTERVISTA A ENRICO DE LUCA SU "PAPA' GAMBALUNGA" E "CARO NEMICO" DI JEAN WEBSTER

Nel 1912 Jean Webster scrive PAPA' GAMBALUNGA,  e pochi anni dopo il suo spin-off CARO NEMICO . Entrambi i romanzi sono prevalentemente rivolti ad un pubblico femminile. Con uno stile schietto e ironico, molto semplice, capace però di toccare temi profondi. Ad esempio, mi ha colpito che in entrambi i romanzi - l’autrice così impegnata nella difesa dei diritti della donna innanzitutto a livello molto concreto e pragmatico per il diritto di voto e quindi per essere cittadina e non solo persona - , porti avanti un tema fondamentale per la parità di genere nelle relazioni di coppia. “Ho quasi ceduto; se non fosse stato così dispotico, forse avrei completamente ceduto! Posso essere persuasa passo dopo passo, ma non sarò costretta. Ha detto che sono una bambina sciocca, incosciente, irrazionale, lunatica, idiota, testarda ( questi sono alcuni dei suoi ingiuriosi aggettivi; gli altri mi sono sfuggiti) e che non sapevo cosa fosse giusto per me.” - Papà Gambalunga “Siete ancora offeso perc