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L'isola degli alberi scomparsi, di Elif Shafak

Io che leggo nell’albero di fico, che sbircia dietro di me quello che sto leggendo.   La pianta di fico è la vera protagonista dell’ultimo romanzo di Elif Shafak, autrice turca molto più acclamata all’estero che in patria perché giudicata forse scomoda forse un po' troppo furba, poiché per fidelizzarsi i lettori calunnierebbe il suo stesso popolo. Eh già, da sposa turca so tutti questi pettegolezzi, che d’altronde coinvolgono anche un autore del calibro di Pamuk. Senza voler entrare in campo politico, che non è per nulla il mio, vi posso dire che questo libro, vanta una notevole bibliografia relativa alle terribili guerre civili che hanno coinvolto e sconvolto l’isola di Cipro negli anni ’70, lasciando tracce indelebili quanto voragini non solo sulle persone, ma anche su piante ed animali. L’autrice senza farne esplicitamente riferimento - ma chi come me ha a cuore la Turchia e le meraviglie intonse dei suoi paesaggi del Sud non può non cogliere il parallelismo - , ci narra an

Ogni libro che parla di noi, intervista all'autrice Noemi Antonelli

  Meglio da soli che in tre. Ho letto questo Ogni libro che parla di noi in un un soffio anche perché chi ad un certo punto della sua vita, anche solo a livello platonico, non ha vissuto l’esperienza del dilemma amoroso? Se poi ci aggiungiamo che il trend d’union e’ la passione per i libri... ci sono tutti gli ingredienti per intrigare una bibliomane come me. Tuttavia, ho trovato un po’ troppo stereotipati i protagonisti e difficile immedesimarmi con quell’età di mezzo che non e’ nell’adolescenza ne’ l’età adulta, che a quanto pare si è ormai spostata alla soglia dei trent’anni. Non che ne abbia tanti di più, intendiamoci! Come ormai sapete cerco libri “graffianti” questo non lo è, e’ una lettura leggera, un romance colto e raffinato che saprà conquistare i più. Domande a Noemi Antonelli: Ad alcuni tratti leggendo il tuo romanzo ho come avuto l’impressione di leggere una storia dentro alla storia , una metà storia , in cui parlando del libro della protagonista. Sembrava

Quello che non sai, intervista all'autrice Susy Galluzzo

Quello che non sai Quale è il confine tra assenza di senso materno e psicopatia? Il senso di colpa che ci attanaglia, dal momento in cui nasciamo. Inizialmente, in quanto siamo figlie e non riusciamo a corrispondere alle richieste dei nostri genitori, e poi quando cresciamo e diventiamo madri e ancora non riusciamo a corrispondere all’esigenze della nostra stessa creazione.  La capacità di gestire questo senso di colpa - che altrimenti ci assilla assumendo magari la forma di un viscido uomo che ci guarda dall’altro lato della strada tutto sudicio e sudato nella sua smunta maglietta rossa, come nel caso dell’allucinazione della protagonista Ella - , è ciò che fa la differenza. Altrimenti il senso di colpa diviene l’unico padrone della nostra vita. Il senso di colpa, quando si configura nella necessità di essere madri per essere riconosciute come donne, è ciò che a mio avviso spinge persone che magari non ne avevano alcuna intenzione a generare figli e poi alla fine a non sapere che fars

“La bambina e il nazista” per il giorno della memoria

Nel giorno della memoria mi sento di dover celebrare la forza della ribellione, della capacità di “sentire” l’altro anche a scapito della propria vita. E spesso, come sembrano voler dire gli autori di La bambina e il nazista  Franco Forte e Scilla Bonfiglioli, sono i bambini con la loro innocenza a ricordare a noi adulti di avercela questa forza interiore. Leggendo questo libro mi è venuto in mente ciò che Walter Benjamin ha definito le “figure marginali, depositarie della speranza del riscatto”. Vale a dire i folli, le donne, i bambini, e persino gli animali: esseri immaturi, non cresciuti, imperfetti e spontanei che hanno rinunciato alla pretesa di certezze indubitabili e che proprio per questo possono riscattare la realtà. Oppure: possono trovare la forza di opporsi alla Legge dello stato a favore della legge del cuore. Perché in fondo, conoscono solo questa. Intervista a Scilla Bonfiglioli, co-autrice con Franco Forte del romanzo La bambina e il nazista. 1. Puoi racconta