Passa ai contenuti principali

Post

Una felicità semplice

  Chi sono i nostri vicini? Chi è che vive nella casa di fronte?  Il tema della “finestra di fronte” e’ molto presente nel cinema d’autore. A partire dal noto film di Hitchcock, al film di Ozpetek, all’ultimissimo film uscito su Netflix “La donna alla finestra” (a mio avviso di dubbia qualità rispetto agli altri due), la domanda circa l’esistenza e la vita vera dei nostri vicini genera da sempre, in modi diversi, una certa curiosità.  A prescindere da qualsiasi attenzione morbosa, tensione, tradimento, violenza, ma guardando piuttosto alla possibile attrazione reciproca tra persone che vivono vicine, Sara Rattaro con una penna meravigliosa, capace di tenerti attaccata alle pagine,  riprende questo tema e lo sviluppa in maniera elegante all’insegna della leggerezza. La felicità sta nelle piccole cose: è la possibilità di innamorarsi sempre e di nuovo, innanzitutto di se stessi e perché no di un vicino di casa mai notato prima. Ancora di salvataggio della propria solitudine, dell’incapa

Mater semper certa est, ritorno all'isola delle donne

Questa locuzione latina, la cui traduzione è "la madre è sempre certa”, mi è venuta in mente mentre chiudevo il libro, accompagnate da un sorriso sinonimo della certezza circa la responsabilità del mio ruolo da mamma. Poi ho scritto all’autrice, complimentandomi per  aver descritto in maniera così forte e profonda la maternità o meglio il maternaggio, materhood. E lei mi ha risposto così, traduco, “in realtà sono in attesa ed e’ come se il mio io futuro mi avesse raccontato questa storia.” Vi lascio le sue parole: “A volte avevo l’impressione che le storie provenissero del mio io materno futuro. “ “Sono sempre stata affascinata dalla maternità, quindi è stato naturale scriverne ... Anche se inizialmente non era quello che avevo programmato. È proprio quello che è emerso nella scrittura. " Per quanto mi riguarda la prospettiva dell’artista, in questo caso della scrittrice, come tramite di una storia archetipica, è quella che mi è più vicina, in quanto studiosa dell’

Il popolo bianco, contro la paura della morte

Il Popolo Bianco di Frances H. Burnett Sei disposto ad abbandonare tutte le tue certezze in favore di antiche leggende. Su alcuni aspetti, antichi miti possono dare più certezze delle scienze? Circa le certezze non ne sono così sicura, ma senz’altro i miti sanno donare speranza come nessun’altra cosa e forse la speranza e’ la migliore risposta. A volte ho come la sensazione che ci sia un’ulteriore distinzione forse ancora più profonda di quella tra scienza e mito, ed e’ quella tra religione e mito. Soprattutto se si è in cerca di una possibile risposta ad uno dei temi più difficili di sempre, la vita dopo la morte. Allora il paradiso, il cielo delle stelle fisse, la gerarchia degli angeli, oppure il caso si possono ritrovare in altre forme anche nelle scienze.  Ma qualcosa come “il popolo bianco” no. Non lo si trova se non nel mito o nelle leggende antiche. Le leggende della brughiera scozzese si dimostrano essere un ottimo antidoto contro la Paura per eccellenza , la paura della

Quello che non sai, intervista all'autrice Susy Galluzzo

Quello che non sai Quale è il confine tra assenza di senso materno e psicopatia? Il senso di colpa che ci attanaglia, dal momento in cui nasciamo. Inizialmente, in quanto siamo figlie e non riusciamo a corrispondere alle richieste dei nostri genitori, e poi quando cresciamo e diventiamo madri e ancora non riusciamo a corrispondere all’esigenze della nostra stessa creazione.  La capacità di gestire questo senso di colpa - che altrimenti ci assilla assumendo magari la forma di un viscido uomo che ci guarda dall’altro lato della strada tutto sudicio e sudato nella sua smunta maglietta rossa, come nel caso dell’allucinazione della protagonista Ella - , è ciò che fa la differenza. Altrimenti il senso di colpa diviene l’unico padrone della nostra vita. Il senso di colpa, quando si configura nella necessità di essere madri per essere riconosciute come donne, è ciò che a mio avviso spinge persone che magari non ne avevano alcuna intenzione a generare figli e poi alla fine a non sapere che fars

Splendi come vita, intervista all'autrice Mariagrazia Calandrone

Questo libro  parla a tutte le donne, perché tutte le donne in un modo o nell’altro, prima ancora di essere donne sono state figlie. Questo certo vale per tutte le persone, perché tutti in qualche modo, dal momento che veniamo al mondo siamo figli di qualcuno. Anche e soprattutto se veniamo adottati. Forse in questo caso siamo doppiamente figli. Ma non voglio divagare. Il punto per l’autrice non è affatto questo, perché benché la sua storia sia un fatto di cronaca e sia stata appunto adottata, dalle sue parole emerge chiaramente che per lei non è mai stato una questione di contrapporre la Mamma Vera a quella adottiva. Anzi. Un amore profondo e viscerale l'ha da sempre legata alla sua mamma. Un amore indissolubile così totale e totalizzante che porta per forza ad una delusione.  Il fatto che mi sono chiesta leggendo i libro, dove ogni pagina, anzi ogni riga regala una poesia, è quando è possibile sganciarci dal nostro ruolo di figlie? Intervista a Mariagrazia Calandrone:  1. Leggend

"Il giardino dimenticato", quando spuntano le "ali". Intervista all'autrice

Il giardino dimenticato   è un testo poetico in tutto e per tutto già solo dalla scelta della carta che sembra essere antica, ruvida al tatto, quasi ingiallita. Con scritte eleganti e magnifiche illustrazioni per sognare la natura in tutto il suo magnifico splendore. Topoi e simboli archetipici ci accompagnano pagina dopo pagina alla scoperta di un giardino ai confini con la città, in qualche modo facilmente raggiungibile, ma al contempo precluso a chi l’ha dimenticato. Ricordandoci almeno nei sogni che cultura e natura non possono e non devono essere separati. Non c’è cultura senza natura, non c’è progresso senza radici. Intervista all'autrice Carlotta de Melas: 1. Alcuni personaggi della storia come la bambina abbandonata, il cane e il giardiniere hanno a mio avviso un profondo significato simbolico, puoi dirci qualcosa di più a riguardo ?⁣ Raccontano di noi stessi e delle nostre emozioni, soprattutto della paura, ma al contempo parlano del bisogno di cura e di essere amati. Il G

Kairòs, la felicità dell'attimo: intervista a Rosa Tiziana Bruno, autrice del libro

Un viaggio nell’antica Grecia di 2500 anni fa alla scoperta di Paestum - Poseidonia anche grazie alle favolose mappe del parco archeologico di Paestum e Velia, alle ricche metafore dell’autrice Rosa Tiziana Bruno, così come alle delicate illustrazioni di Natasha Stolz che rendono questo libro un’esperienza unica! “Infatti il kairòs è proprio questo. È l’occasione inattesa, il momento opportuno di cui hai approfittato” “L’occasione?” “Sì, kairòs è l’incontro tra quello che facciamo e il tempo che scorre. L’istante irripetibile e prezioso” Intervista a Rosa Tiziana Bruno, autrice di Kairòs, un giorno in Magna Grecia : 1. Puoi parlarci di Kairòs. Un giorno in Magna Grecia e di come è nata l’idea di questo romanzo per ragazzi? Ho sempre amato l’idea di viaggiare nel tempo, alla ricerca del segreto che muove il cammino dell’umanità e di tutti gli esseri viventi. Scrivere un romanzo storico offre l’opportunità di intraprendere questo incredibile viaggio, soprattutto se chi scrive de