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MUKASHI MUKASHI

“Ma chi sono gli oni ? Demoni! E il sensu ? Il ventaglio!  E quale piccolo eroe andò a caccia di oni con tanto di sensu ,  come un grande samurai?” "C’era una volta..." in Giappone, ovvero Mukashi Mukashi, è il titolo dell'albo illustrato nato dalla mostra "Le immagini della fantasia" curata da Monica Monachesi nel 2017. Questo albo vede quindi la partecipazione di insigni illustratori ed esperti del settore, che garantiscono un'attenzione che emerge in ognuna delle otto fiabe scelte per rappresentare la ricchezza della cultura del sollevante.  La selezione attinge al patrimonio fiabesco del Giappone nella sua forma più antica, legata alla tradizione orale.  Qui immagini e parole si alternano con ritmo e sonorità rispecchiandosi l'una nell'altra in un'armonia di colori, che ricorda come in un sogno i ciliegi in fiore ricamati sui kimono delle donne giapponesi. I protagonisti delle fiabe giapponese sono creature affascina

DIAMO IL MONDO AI BAMBINI

“Diamo il mondo ai bambini   fosse pure per un giorno un pallone a pallini e colore e giocare e giocare e cantare fra le stelle nel cielo.” (Nazim Hikmet, Poesie sparse, 1922) “Cara Luna, voglio dire a te che sei una luce tenue nel blu del cielo in questa notte silenziosa: culla i bambini nei paesi di guerra sollevali dalla fatica e dalla paura.  Fai un coro con le stelle e cantate a bassa voce. Cantate una melodia per il loro cuore,  Cantate una ninnananna dolce, finché arrivi l’alba e poi il sole.” ( Fuad Aziz, Heva Peshmerga kurda, 2020) Heva - la giovane protagonista del racconto poetico di Fuad Aziz - parte in nome della libertà, va in guerra come Peshmerga , come partigiana: combatte per le donne e gli uomini del suo popolo, ma soprattutto per il sonno dei bambini nei paesi di guerra, portando con sé un libro di poesie di Nazim Hikmet. Hikmet è il mio poeta preferito. Quando ci siamo sposati - sul Bosforo - non abbiamo letto altro che le sue

IN VIAGGIO CON LE STORIE: L’INDIA DEI BAMBINI

Rispetto a quando ero piccola io, i miei figli penso abbiano accesso ad una molteplicità di fiabe provenienti dal mondo molto più ampia di quanto avessimo a disposizione noi negli anni Novanta. Non c’è molto da stupirsi visto che siamo ormai in piena era globale, tuttavia penso che sia un vantaggio non da poco per le nuove generazioni poter accedere attraverso le fiabe ad altre culture del mondo. Premetto che nella nostra famiglia siamo già abituati a pensare in un’ottica che non è esclusivamente eurocentrica, in quanto mio marito è turco, e quindi i bambini sono bilingui e abituati anche grazie ai loro nonni paterni ad un’altra cultura sin dalla nascita. Tuttavia, la facile fruibilità di testi provenienti da altre tradizioni come la raccolta di fiabe offerta da questo libro intitolato “ L’India dei bambini ” ci permette di viaggiare con i bambini in mondi sconosciuti. Non solo le illustrazioni, come ad esempio il dio Shiva dalla pelle azzurra e le sei braccia, oppure le

IL VOLO

Allora Margherita lanciò un acuto fischio e, cavalcando la scopa che l’aveva raggiunta,  passò attraverso il fiume sull’altra riva.  L’ombra della montagna di argilla non giungeva fin l ì  e tutta la riva era inondata di luna. “Il Maestro e Margherita” è decisamente uno dei miei libri preferiti.  L’ho regalato a mio padre qualche anno fa e sfogliandolo ho ritrovato la dedica che gli avevo fatto, dove gli ricordo che l’avevo letto per la prima volta in Giordania. In effetti siamo stati in viaggio con tutta la famiglia in Giordania quando avevo circa 15 anni, da adolescente. Ero a Petra, quando in una delle bellissime tombe scavate in quell’arenaria policroma di età paleozoica, ho assistito per caso ad un concerto gospel di rara bellezza. Mentre stavo ammirando una delle venature viola pallido, dalle impercettibili sfumature che rivestono le tombe di Petra, mi ritrovo nel bel mezzo di un gruppo di persone, evidentemente membri di un coro gospel o simile. Tu

LA SOGNATRICE

“Lei non era cresciuta in un’epoca di ottimismo, ma non significava che avesse vissuto senza sognare. I desideri non si avverano. Sono soltanto il bersaglio che dipingi intorno a quello che vuoi. Il centro devi sempre colpirlo da sola.” - L. Taylor, La Musa degli Incubi  Prologo Era un bel pomeriggio di aprile, e una mamma come tante avrebbe voluto fare una merenda sul prato insieme alla sua famiglia e mangiare una crostata alla marmellata di more appena sfornata. Le sarebbe anche piaciuto leggere un po’ e rilassarsi, ma neanche l’attimo di una foto e i bambini cominciarono ad ammucchiarsi e a urlare…E se quello che aveva era tutto ciò che da sempre aveva sognato? Antefatto Sarà deformazione professionale - a lungo ho studiato C. G. Jung e il suo pensiero sul mito e quindi sul sogno -, ma IL SOGNATORE di Laini Taylor (lo stesso vale anche per il suo seguito LA MUSA DEGLI INCUBI)  ha avuto la capacità di farmi letteralmente “sprofondare” nella natura ambigua del so

IL DIO DELL’AMORE NON HA REGOLE

Non avere regole significa essere liberi? Quando penso all’amore qualsiasi tipo di amore esso sia, penso che non possa essere definito tale se non include il concetto di libertà. Libertà di essere se stessi, ma anche di perdersi nell’altro. E soprattutto di scegliere l’altro. Questo non vuol dire che non ci siano regole, ma semplicemente che queste regole non sono quelle dettate da una determinata società in uno specifico momento storico.  Nell’antichità greca, ad esempio, è solo nel mito che Eros era un dio armato di frecce da scagliare in totale aribitrarietà, nella società invece sessualità e sentimento erano costretti in rigide regole coniugali, che prevedevano pochissime libertà effettive. C’è una bella differenza dunque tra ciò che nel mondo greco viene raccontato nei miti e ciò che accade nella società.  Allora perché rivolgerci al mito? Sebbene i miti siano molto diversi dalla storia non sono neanche semplici favole: sono racconti tradizionali, trasmessi in orig

LE IMPERCETTIBILI SFUMATURE DELL’AMORE: SAURA, LE STANZE DEL CUORE.

Insieme a lei faceva bolle di sapone e intanto cantava quella  canzone del vento che ti culla tra braccia d’amore,  mentre il vento - evocato dalla canzone -  sollevava nell’aria le bolle vestite d’arcobaleno. - Saura. le stanze del cuore, T. Ranno Il volto con cui si presenta l’Altro -assolutamente altro- non nega il Medesimo,  non gli fa violenza come l’opinione o l’autorità o il sovrannaturale taumaturgico.  Resta a misura di chi accoglie, resta terrestre.  Questa presentazione è la non-violenza per eccellenza,  infatti invece di ledere la mia libertà la chiama alla responsabilità e la instaura.  Non-violenza, mantiene però la pluralità del Medesimo e dell’Altro. È pace - Totalità e Infinito. Saggio sull’Esteriorità,  E. Lévinas Si possono amare gli altri se non si ama se stessi? Si possono capire gli altri se prima non si ha capito se stessi? Si possono accettare gli altri se prima non si ha accettato se stessi? Prima di parl