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Visualizzazione dei post con l'etichetta femminismo

Belle di papà

Oggi vi presento due libri molto interessanti della casa editrce Blackie Edizioni . Bella di papà Perché qualsiasi cosa orribile, qualsiasi stereotipo assurdo la società voglia far passare per normale, esiste la possibilità di trovare quelle risorse per capire che non vada bene.   Solo per dire che a dispetto di Freud e del complesso di Edipo o di Elettra, la responsabilità va vista nell’atteggiamento dei nostri padri. Non tanto in un’inconscia attrazione sessuale infantile verso il genitore di sesso (attenzione!) opposto. Che peraltro - aggiungo io - viene visto dalla stessa società che avvalla tali stereotipi come qualcosa di assolutamente normale ed inevitabile: un rito di passaggio da sublimare. In questo saggio romanzato Katherine Angel smonta, stereotipo dopo stereotipo, il patriarcato incentrato sula figura del padre padrone, padre geloso, padre sessuato. Quel tipo di padre che è comunque accettato dalla società nonostante l’evidente aberrazione. In altre parole, l’autrice anali

Il femminismo come stile di vita, Il libro di Itziar Ziga

Il femminismo e’ uno stile di vita. Che lo si voglia o no. Che lo si scelga o no Esiste,  E ha cambiato la storia. Il femminismo e’ uno stile di vita. Che lo vogliamo o no Che lo scegliamo o no. Almeno adesso abbiamo una scelta. A perenne ricordo che ci sono anche uomini buoni. Mi ha ispirato questi versi la giornalista transfemminista Itziar Ziga. Nel suo libro dedicato a sua madre " La felice e violenta vita di Maribel Ziga ", l'autrice tratta l’importanza storica del femminismo in maniera molto personale, come via d’uscita dallo “stato di minorità” a cui sono  da sempre  relegate  le donne nella nostra società dominata da ciò che ella definisce il “vampirismo patriarcale”.   Il patriarcato, dunque, inteso come sistematica sottomissione della donna a partire dal Medioevo e dalle caccia alle "streghe" bruciate al rogo.  "Noi donne siamo cresciute per secoli in un mondo costruito contro di noi, soprattutto da quando bruciarono le nostre sore

BIOGRAFIE ILLUSTRATE: David Bowie, contro gli stereotipi di genere nell'apprendimento

Nelle ricerche svolte in Italia a partire dal lavoro di Irene Biemmi sulla presenza di stereotipi di genere nei libri di testo scolastici destinati alla scuola primaria è evidente come, nonostante lo svilupparsi di una consapevolezza circa l’importanza dell’editoria scolastica nel lavoro di prevenzione delle disuguaglianze e della violenza di genere, sia ancora molto lunga la strada da percorrere.  Già dal 2000 l’Italia ha aderito al codice europeo POLITE  (Pari Opportunità nei Libri di TEsto), ad oggi l’esperienza di ricerca e di intervento per la parità di genere nel sistema formativo più capillare realizzata nel nostro paese, tuttavia nei libri di testo lo spazio concesso ai due generi e il modo in cui vengono rappresentati è evidentemente sbilanciato. Mentre il genere maschile è molto più presente tanto nella parte scritta quanto nelle immagini che la accompagnano nel ruolo di protagonista, il genere femminile è spesso secondario.  Inoltre, in tali testi, il genere maschile è più

IL VIAGGIO DI HALLA

“Ma Uggi era sconcertato e le disse che le signore-drago, che erano comunque rare, stavano a casa a guardia del tesoro. Ora, questa è un’antica falsa credenza dragonesca dal momento che, in realtà, le signore-drago sono molto più feroci di chiunque altro, soprattutto quando hanno un nido pieno di uova. E, sebbene sia sempre negato, è noto che le signore-drago abbiano ucciso e mangiato altri draghi e, ciò che è peggio, preso i loro tesori.” Perché sono di spalle? L’autrice volente o nolente non tanto, o meglio non solo, attraverso lo svolgersi della narrazione, ma forse ancor più nello stile stesso della narrazione, lascia aperto un quesito che in realtà è una voragine. Questa favola magica fitta di colpi di scena, capace di tenere insieme antiche leggende nordiche e il mondo fantasy, ciela una forte critica femminista che rispecchia l’animo e l’impegno in questo senso dell’autrice.  Naomi Mitchison, infatti, ci lascia una protagonista senza volto. E’ vero che nel complesso i p

“Uno spazio senza tempo” : storia di un’adolescente, intervista all’autrice Allegra Giulia Perboni

"Senza sapere esattamente cosa andrà a fare, inconsapevole di un talento che ha radici profonde, lascia che le mani si mettano in moto mentre s’immerge in quel regno magico. Cucinare la diverte: l’attesa non le pesa, quello è uno spazio senza tempo impregnato di odore buono." Questo libro,  Uno spazio senza tempo,  è uno di quelli da leggere tutto d’un fiato, almeno per quanto mi riguarda tocca tutte quelle tematiche che fanno risuonare le mie corde. E mi ricorda un pochino la mia di adolescenza, facendomi immedesimare nella protagonista.   I forti legami famigliari, in partico lare con i nonni paterni, un’infanzia felice forse troppo. Quasi protetta da una bolla in cui tutto va sempre bene, troppo bene. In cui c’è tantissimo amore e rispetto. E poi arriva come uno schiaffo il confronto con la realtà, quella vera, quella ad esempio di una città come Milano che, come un dito di un bambino nella bolla di sapone, fa esplodere questa parvenza di felicità. E allora ci si ritr

LA FIDANZATA D’AMERICA

“Sembri Penelope” le disse un giorno Nicola. Ma la sua terra di pietra (“tutti sassi” dicevano gli anziani) non era Itaca e Bettuccio non era re ma un emigrante in cerca di pane e lavoro. La povertà di un’Italia meridionale post bellica, degli anni ’20, dove chi non ha né arte né parte e magari è orfano di padre e nipote di briganti, nonostante si dia da fare come sarto e sappia usare l’abilità delle mani è costretto ad emigrare in America. Ma questa non è la storia di Bettuccio, emigrante-brigante appunto, ma della sua fidanzata. Ada, bellissima con la sua treccia corvina di capelli morbidi e setosi, i suoi occhi verdi con lo “sguardo svagato di castagna acerba” e il suo portamento elegante che aveva attratto Bettuccio sì, ma anche altri pretendenti. Assieme certo alla gelosia della "matrigna", e delle zie e le altre donne del villaggio, molto meno belle ed eleganti e per questo maligne. Intente a renderle la vita insopportabile e a farle agognare la fuga verso un par

LA BAMBINA CHE AVEVA PAROLE, intervista all'autrice Maria Grazia Anatra

"...e la regina pensa la giostra di legno e la giostra fa girare i bambini dalle guance rosse che ridono al freddo autunno." In questi giorni ho fatto tanti post su libri di Natale con i miei bimbi felici che leggono. Ma, proprio in questi giorni credo che il pensiero debba andare a quelle bimbe e a quei bimbi che felici non sono. Per questo vi presento La bambina che aveva parole , che tratta il difficile e terribile tema della violenza assistita con una delicatezza assoluta. Penso che tutti gli adulti che si occupano delle bambine e dei bambini, tutti gli educatori  e le educatrici, gli insegnanti e i genitori possano trovare un prezioso aiuto in questo libro per arrivare al cuore dei bimbi che più ne hanno bisogno. Magari anche solo facendogli ascoltare una fiaba che sappia aiutarli a dare un nome a quello che gli sta succedendo. Potete trovare di seguito l’intervista alla fantastica autrice Maria Grazia Anatra, che ringrazio di cuore. 1. Puoi raccontarci qualc

LE DONNE DI DRACULA E IL MITO DEL SANGUE

“Non ho saputo resistere alla tentazione di prendermi un po' gioco di lui, suppongo sia un avanzo di sapore della mela originale che ancora ci portiamo in bocca, così gli ho offerto il mio diario stenografato.” Un classico senza tempo che, al di là del successo mediatico che dalla sua prima stesura nel 1897 l’ha visto protagonista di infiniti retelling prima in campo letterario e poi in campo cinematografico, resta per sempre la pietra miliare del romanzo gotico.   Una lettura che mi ha raggelato, entusiasmato,  incantato, ma anche lasciato con qualche domanda esistenziale relativa al rapporto di Bram Stoker con le donne. Domande, che devo dire questa volta sono state alimentate e in parte anche risposte dalla sapiente curatela di Franco Pezzini di questa meravigliosa edizione illustrata. Prima di addentrarmi nel tema del femminile  in “ Dracula ”, volevo fare una piccola precisazione. Uno degli aspetti su cui si concentra il curatore è proprio il fatto che i numerosi retelling