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Visualizzazione dei post con l'etichetta femminismo

I RICORDI (NON) FANNO RUMORE: INTERVISTA A CARMEN LATERZA

Care lettrici e lettori, oggi vi propongo un'intervista a un'autrice esordiente che ha scritto un libro molto intenso ambientato nella seconda guerra mondiale. Questa e’ una storia di donne. Anzi del passaggio di testimone di madre in figlia. Quanto e’ importante secondo te nella vita di una donna il rapporto con la madre? E' fondamentale! Che lo vogliamo o no, facciamo tutte riferimento a nostra madre o - in generale - alla figura che ci ha fatto da madre. Quando siamo giovani spesso non ce ne rendiamo conto o forse perfino vorremmo segnare una distanza da nostra madre; ma crescendo ci rendiamo conto che la sua figura ci ha formato più di quanto immaginiamo e che a quella figura facciamo sempre riferimento, a volte inconsapevolmente, più di quanto vorremmo ammettere.  E questo è dolorosamente ancora più vero quando la figura della madre manca, viene rifiutata o viene meno, perché il rapporto con la figura materna è inevitabile. Anche nell'assenza.   Per parlare della g

STORIE DI DONNE MITOLOGICHE PER BAMBINE MITICHE

  “ Le Muse erano figlie del re degli dei, Zeus, e di Mnemosine, la memoria. Erano le dee protettrici delle arti e della scienza, ma anche di ogni altra attività intellettuale. Il loro più grosso potere era di ispirare il canto e la poesia." Magari per una bimba non è proprio immediato immedesimarsi in una divinità greca. Dalla bellissima Afrodite, alla temibile Artemide e ancora la vendicativa Era. Almeno secondo una certa letteratura secondaria, mi riferisco qui al Mondo Incantato di Bruno Bettelheim, le divinità restano miraggi irraggiungibili per noi esseri mortali.  Tuttavia, se dagli psicologi junghiani abbiamo appreso l’idea che le divinità in senso lato - intese come simboli e immagini attraverso cui ci parlano i miti - rappresentano archetipi esistenziali della nostra psiche, allora possiamo ridimensionarle e trovarle addirittura negli aspetti del nostro modo di essere quotidiano. Non a caso i miti sono presenti in tutte le culture, non a caso vengono riassorbiti ne

INTERVISTA A ENRICO DE LUCA SU "PAPA' GAMBALUNGA" E "CARO NEMICO" DI JEAN WEBSTER

Nel 1912 Jean Webster scrive PAPA' GAMBALUNGA,  e pochi anni dopo il suo spin-off CARO NEMICO . Entrambi i romanzi sono prevalentemente rivolti ad un pubblico femminile. Con uno stile schietto e ironico, molto semplice, capace però di toccare temi profondi. Ad esempio, mi ha colpito che in entrambi i romanzi - l’autrice così impegnata nella difesa dei diritti della donna innanzitutto a livello molto concreto e pragmatico per il diritto di voto e quindi per essere cittadina e non solo persona - , porti avanti un tema fondamentale per la parità di genere nelle relazioni di coppia. “Ho quasi ceduto; se non fosse stato così dispotico, forse avrei completamente ceduto! Posso essere persuasa passo dopo passo, ma non sarò costretta. Ha detto che sono una bambina sciocca, incosciente, irrazionale, lunatica, idiota, testarda ( questi sono alcuni dei suoi ingiuriosi aggettivi; gli altri mi sono sfuggiti) e che non sapevo cosa fosse giusto per me.” - Papà Gambalunga “Siete ancora offeso perc

MY MISSION: DESTROY GILEAD THROUGH KINDNESS AND SISTERHOOD

  IL RACCONTO DELL’ANCELLA “Guardo in basso, sul marciapiede, attratta dai piedi delle donne. Una indossa sandali aperti in punta, ha le unghie dipinte di rosso. Ricordo l’odore dello smalto, che si arricciava quando ci si dava la seconda mano troppo presto, la pressione del collant liscio aderente sulla pelle, la sensazione delle dita dei piedi spinte verso l’apertura dei sandali da tutto il peso del corpo. La donna con le unghie smaltate si appoggia prima su un piede poi sull’altro. Vorrei mettere quei sandali, me li sento addosso. L’odore dello smalto delle unghie mi ha dato una nuova sensazione di avidità.” (cit. con 1 modifica) Durante tutta la lettura del libro mi son sentita come se stessi giocando al gioco “maschi contro femmine” con i miei compagnetti delle elementari. In pratica ci si divideva in due squadre una di soli bambini e una di sole bambine e ci si rincorreva per il cortile della scuola durante la ricreazione. Da piccola ero un maschiaccio, pensavo che un masch

INTERVISTA A DONATELLA CAIONE: SONO IO MATILDA EDITRICE

Così mi ha risposto al telefono Donatella Caione, quando ci siamo sentite per parlare dei suoi libri e quando le ho proposto di fare questa intervista, che potete ora leggere per intero.  Ciao Donatella, per prima cosa volevo chiederti di dirci qualcosa su di te, o meglio ciò che ritieni importante farci sapere, visto che sul sito della casa editrice al posto della voce “Chi siamo” troviamo la voce “Chi siete”, e l’attenzione viene spostata su noi lettrici e lettori. Sono mamma, donna impegnata nel volontariato contro la violenza di genere, editrice per passione... e anche agricoltora! Credo nell'importanza della letteratura per l'infanzia per favorire il pensiero libero, non stereotipato, aperto agli altri e altre. Nel panorama dell’editoria italiana sei stata tra i primi ad occuparti di temi forti relativi all’educazione alla diversità, a pubblicare dei libri per parlare ai bambini della morte, o dell'abuso o della paura. Come si sa affrontare questi temi

TI HO VOLUTO COSI' BENE

Sono queste le parole che mi ha detto mia nonna, abbracciandomi forte, dopo un diverbio mattutino. Eh sì con i suoi 90 anni, i suoi acciacchi e gli apparecchi acustici è ancora la donna più forte che io conosca e quindi, sì, mi permetto di contraddirla quando vedo che parte per la tangente. Non tutti sono perfetti, e sebbene questa donna rasenti a dir poco la perfezione, ogni tanto se ne va in loop; ad esempio il giorno prima di Pasqua è riuscita a ripetere “pollo e zucchine” quasi più volte di quanto Baby B, mia figlia di neanche un anno e mezzo, riesca a dire mamma in un giorno.  A un certo punto di questo loop culinario l’ho zittita e mandata a riposare…ovviamente non è andata a riposare ma se ne è uscita dalla cucina brontolando qualcosa con aria offesa.  Nel pomeriggio è poi venuta ad abbracciarmi, dicendo che accettava le critiche costruttive e ha aggiunto stringendomi:  “Ti ho voluto così bene. Il primo amore non si scorda mai.” (Sono la sua prima nipote). Questa frase mi