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Visualizzazione dei post con l'etichetta Libri per adulti

Ipazia, il seme del dubbio

  Alessandria d’Egitto 415 d. C. Due forze che si scontrano: politeismo e monoteismo o meglio gli “elleni" - conosciuti in senso dispregiativo come pagani - e i cristiani. Anzi , ancora meglio, inizio con l’imperatore Teodosio dell’unificazione dell’Impero romano sotto il credo cristiano. Fine del politeismo, fine della libertà di culto, distruzione di antichi templi, statue, oggetti sacri con l’accusa di falsi idoli. Idolatria, iconoclastia. Religioni che un tempo potevano convivere pacificamente, ellenismo, cristianesimo, ebraismo, ora non lo possono più. L’Impero romano si sgretola sotto la pressione esterna dei popoli barbari. Solo la religione può tenere unito il popolo, solo la paura nei confronti di un nemico comune. Ipazia, scienziata e filosofa neoplatonica, non si schiera con l’una o l’altra religione, ma con la libertà dì’’espressione che è poi anche libertà di culto. Solo così si può sconfiggere la paura: attraverso la conoscenza della realtà che ci circonda.

Belle di papà

Oggi vi presento due libri molto interessanti della casa editrce Blackie Edizioni . Bella di papà Perché qualsiasi cosa orribile, qualsiasi stereotipo assurdo la società voglia far passare per normale, esiste la possibilità di trovare quelle risorse per capire che non vada bene.   Solo per dire che a dispetto di Freud e del complesso di Edipo o di Elettra, la responsabilità va vista nell’atteggiamento dei nostri padri. Non tanto in un’inconscia attrazione sessuale infantile verso il genitore di sesso (attenzione!) opposto. Che peraltro - aggiungo io - viene visto dalla stessa società che avvalla tali stereotipi come qualcosa di assolutamente normale ed inevitabile: un rito di passaggio da sublimare. In questo saggio romanzato Katherine Angel smonta, stereotipo dopo stereotipo, il patriarcato incentrato sula figura del padre padrone, padre geloso, padre sessuato. Quel tipo di padre che è comunque accettato dalla società nonostante l’evidente aberrazione. In altre parole, l’autrice anali

Una felicità semplice

  Chi sono i nostri vicini? Chi è che vive nella casa di fronte?  Il tema della “finestra di fronte” e’ molto presente nel cinema d’autore. A partire dal noto film di Hitchcock, al film di Ozpetek, all’ultimissimo film uscito su Netflix “La donna alla finestra” (a mio avviso di dubbia qualità rispetto agli altri due), la domanda circa l’esistenza e la vita vera dei nostri vicini genera da sempre, in modi diversi, una certa curiosità.  A prescindere da qualsiasi attenzione morbosa, tensione, tradimento, violenza, ma guardando piuttosto alla possibile attrazione reciproca tra persone che vivono vicine, Sara Rattaro con una penna meravigliosa, capace di tenerti attaccata alle pagine,  riprende questo tema e lo sviluppa in maniera elegante all’insegna della leggerezza. La felicità sta nelle piccole cose: è la possibilità di innamorarsi sempre e di nuovo, innanzitutto di se stessi e perché no di un vicino di casa mai notato prima. Ancora di salvataggio della propria solitudine, dell’incapa

Mater semper certa est, ritorno all'isola delle donne

Questa locuzione latina, la cui traduzione è "la madre è sempre certa”, mi è venuta in mente mentre chiudevo il libro, accompagnate da un sorriso sinonimo della certezza circa la responsabilità del mio ruolo da mamma. Poi ho scritto all’autrice, complimentandomi per  aver descritto in maniera così forte e profonda la maternità o meglio il maternaggio, materhood. E lei mi ha risposto così, traduco, “in realtà sono in attesa ed e’ come se il mio io futuro mi avesse raccontato questa storia.” Vi lascio le sue parole: “A volte avevo l’impressione che le storie provenissero del mio io materno futuro. “ “Sono sempre stata affascinata dalla maternità, quindi è stato naturale scriverne ... Anche se inizialmente non era quello che avevo programmato. È proprio quello che è emerso nella scrittura. " Per quanto mi riguarda la prospettiva dell’artista, in questo caso della scrittrice, come tramite di una storia archetipica, è quella che mi è più vicina, in quanto studiosa dell’

Il popolo bianco, contro la paura della morte

Il Popolo Bianco di Frances H. Burnett Sei disposto ad abbandonare tutte le tue certezze in favore di antiche leggende. Su alcuni aspetti, antichi miti possono dare più certezze delle scienze? Circa le certezze non ne sono così sicura, ma senz’altro i miti sanno donare speranza come nessun’altra cosa e forse la speranza e’ la migliore risposta. A volte ho come la sensazione che ci sia un’ulteriore distinzione forse ancora più profonda di quella tra scienza e mito, ed e’ quella tra religione e mito. Soprattutto se si è in cerca di una possibile risposta ad uno dei temi più difficili di sempre, la vita dopo la morte. Allora il paradiso, il cielo delle stelle fisse, la gerarchia degli angeli, oppure il caso si possono ritrovare in altre forme anche nelle scienze.  Ma qualcosa come “il popolo bianco” no. Non lo si trova se non nel mito o nelle leggende antiche. Le leggende della brughiera scozzese si dimostrano essere un ottimo antidoto contro la Paura per eccellenza , la paura della

Il femminismo come stile di vita, Il libro di Itziar Ziga

Il femminismo e’ uno stile di vita. Che lo si voglia o no. Che lo si scelga o no Esiste,  E ha cambiato la storia. Il femminismo e’ uno stile di vita. Che lo vogliamo o no Che lo scegliamo o no. Almeno adesso abbiamo una scelta. A perenne ricordo che ci sono anche uomini buoni. Mi ha ispirato questi versi la giornalista transfemminista Itziar Ziga. Nel suo libro dedicato a sua madre " La felice e violenta vita di Maribel Ziga ", l'autrice tratta l’importanza storica del femminismo in maniera molto personale, come via d’uscita dallo “stato di minorità” a cui sono  da sempre  relegate  le donne nella nostra società dominata da ciò che ella definisce il “vampirismo patriarcale”.   Il patriarcato, dunque, inteso come sistematica sottomissione della donna a partire dal Medioevo e dalle caccia alle "streghe" bruciate al rogo.  "Noi donne siamo cresciute per secoli in un mondo costruito contro di noi, soprattutto da quando bruciarono le nostre sore

UN LABIRINTO IN MARE

I miti col loro fondo di verità e leggenda non sfuggono alla deformazione dei racconti, agli inganni che gli uomini aggiungono e amplificano.” Un labirinto in mare  di Matteo Pizzolante mette in scena in una Grecia lontana l’eterno incontro-scontro tra logos e mythos: in altre parole tra ciò che è razionale e ciò che invece non lo è. Nel labirinto di Asteronte, il Minotauro, luogo mitico e ancestrale legato agli abissi della mente umana, metafora della nostra corruttibilita’, sono solo le parole - il logos - appunto, a creare la realtà. “Le parole sono il suono per far vibrare il mondo e le sue Cose. Con tutte le parole del mondo io potrò costruirlo qui, il mio mondo, fatto di parole che prendono vita, che volano o scavano o nuotano e tutte col proprio colore o luogo.” Il protagonista è Ipnomaco anziano pescatore-spettatore e fanciullo innocente. L’unico che   spinto dalla curiosità di bambino finisce nel labirinto del Minotauro e riesce a sopravvivere all’atrocità dell’incontro con

IL MIO PAPA’ E’ FANTASTICO

E’ da un po' di giorni che stavo pensando a raccogliere i libri per preparare un post per la festa del papà, e ho sviluppato una riflessione che volevo condividere con voi. “Quanto è cambiata la figura del papà da una generazione all’altra?” Se penso a mio padre e a mio marito, il padre dei miei figli, la differenza è sostanziale. Provo a sciogliere questa idea attraverso i libri che ho scelto e che potete vedere in foto. Inizio da “ Splendi come vita ” di Maria Grazia Calandrone. In realtà questo libro tratta del rapporto madre-figlia, ma c’è un intero capitolo dedicato al Padre.  Che anzi rappresenta l’unica certezza. Anche se adottivo, perché è adottivo. “Padre mi dà uno schiaffo, perché attraversando  Piazza Ragusa, gli dico Che, sei scemo?  E’ il primo schiaffo della mia vita, il secondo e  ultimo me lo darà il padre dei miei figli, tante vite  dopo nella stessa vita.” Parlando padri adottivi come si può non pensare a “ Papà Gambalunga ” di Jean Webster del 1