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Visualizzazione dei post con l'etichetta Libri per adulti

Cinquanta modi per dire pioggia

“ Ma quella notte, mentre se ne stava nel suo letto, Nori sentì che le braci non volevano saperne di spegnersi. La sentiva bruciare nelle viscere, diffondendosi fino alla punta delle dita, alla cima della testa, alla pianta dei piedi. Ricordava quella sensazione. Indomita. Volubile. Pericolosa. La speranza.” A cosa serve la bellezza se non ti senti bella? Se tutta la vita ti hanno fatto credere di essere un “orribile orco impossibile da mostrare alla luce del sole”? Kyoto 1942. Kyoto e’ sempre Kyoto. Anche se la lasci per tanti anni e poi ci ritorni vent’anni dopo. Inizio questo libro  di esordio di Asha Lemmie con altissime aspettative, e sin dalle prime pagine mi assale un’indignazione indicibile nei confronti della chiusura del Giappone postbellico. Un nervoso nei confronti della tradizione, della nonna di sangue reale, delle geishe, dei giardini zen perfetti. E io, amo il Giappone e la sua tradizione millenaria. La chiusura mentale a scapito della diversità, però, non l

CON LE ALI SBAGLIATE, Intervista all'autore Gabriele Clima

" A volte penso ancora a come mi sentivo. Sbagliata, colpevole, un errore della natura, come un uccello che non sa volare." Le sorrido. "I pinguini non sanno volare" le dico. "Perchè hanno le ali sbagliate" dice sorridendo a sua volta. "Ti ci fanno sentire, in questo modo, Nino. Un uccello con le ali sbagliate. Alla fine arrivi a crederci." Penso a come sono io, alle mie ali, a come sono. "Io non lo so come sono le mie ali." (...) "Fai come i pinguini, Nino: fregatene, usale, le tue ali, non credere a chi ti dice che sono sbagliate." Mentre leggevo il libro Con le ali sbagliate , lo sbalordimento ha preso il sopravvento... tanto che ho dovuto chiedere subito all’autore - Gabriele Clima - se esistesse davvero un posto così. Un posto in cui le persone vengono “curate” cioè indirizzate verso la “normalità” in nome di Dio. Ed esistite davvero e non nel Medioevo, non in qualche posto sperduto, ma oggi, in Italia. Tra le farfal

L'Invito: intervista all'autore Marco Rassu

“Il mare e la lontananza da tutto ti danno l’occasione di guardarti dentro e non lasciano spazio a quelle sovrastrutture che affossano il tuo io più vero in un buco nero così profondo dal quale difficilmente lo si potrà recuperare.”   “ Quella sera si realizzò un sogno; due amici, il surf, un tramonto indonesiano e due birre fresche. Sembra quasi banale ma vi assicuro che non lo fu per nulla. Il sole si ritira velocemente ma quei minuti, nella nostra mente, restano infiniti.” Oggi più che un libro , vi presento un invito nella forma di libro, nel caso specifico di un kindle, il mio, in riva al mare. “Un invito a saltare nel vuoto, a tuffarsi nel mare aperto, senza la paura della caduta, trasformando le vertigini in estasi, perché la qualità e l’intensità delle nostre esperienze compensa la brevità dell’esistenza .” Come scrive Alexia Clorinda nella Prefazione. Un invito, quello dell’autore, a pensare con la propria testa, prima di tutto. Marco Rassu, trattando temi molto general

IL VIAGGIO DI HALLA

“Ma Uggi era sconcertato e le disse che le signore-drago, che erano comunque rare, stavano a casa a guardia del tesoro. Ora, questa è un’antica falsa credenza dragonesca dal momento che, in realtà, le signore-drago sono molto più feroci di chiunque altro, soprattutto quando hanno un nido pieno di uova. E, sebbene sia sempre negato, è noto che le signore-drago abbiano ucciso e mangiato altri draghi e, ciò che è peggio, preso i loro tesori.” Perché sono di spalle? L’autrice volente o nolente non tanto, o meglio non solo, attraverso lo svolgersi della narrazione, ma forse ancor più nello stile stesso della narrazione, lascia aperto un quesito che in realtà è una voragine. Questa favola magica fitta di colpi di scena, capace di tenere insieme antiche leggende nordiche e il mondo fantasy, ciela una forte critica femminista che rispecchia l’animo e l’impegno in questo senso dell’autrice.  Naomi Mitchison, infatti, ci lascia una protagonista senza volto. E’ vero che nel complesso i p

“La bambina e il nazista” per il giorno della memoria

Nel giorno della memoria mi sento di dover celebrare la forza della ribellione, della capacità di “sentire” l’altro anche a scapito della propria vita. E spesso, come sembrano voler dire gli autori di La bambina e il nazista  Franco Forte e Scilla Bonfiglioli, sono i bambini con la loro innocenza a ricordare a noi adulti di avercela questa forza interiore. Leggendo questo libro mi è venuto in mente ciò che Walter Benjamin ha definito le “figure marginali, depositarie della speranza del riscatto”. Vale a dire i folli, le donne, i bambini, e persino gli animali: esseri immaturi, non cresciuti, imperfetti e spontanei che hanno rinunciato alla pretesa di certezze indubitabili e che proprio per questo possono riscattare la realtà. Oppure: possono trovare la forza di opporsi alla Legge dello stato a favore della legge del cuore. Perché in fondo, conoscono solo questa. Intervista a Scilla Bonfiglioli, co-autrice con Franco Forte del romanzo La bambina e il nazista. 1. Puoi racconta

“Uno spazio senza tempo” : storia di un’adolescente, intervista all’autrice Allegra Giulia Perboni

"Senza sapere esattamente cosa andrà a fare, inconsapevole di un talento che ha radici profonde, lascia che le mani si mettano in moto mentre s’immerge in quel regno magico. Cucinare la diverte: l’attesa non le pesa, quello è uno spazio senza tempo impregnato di odore buono." Questo libro,  Uno spazio senza tempo,  è uno di quelli da leggere tutto d’un fiato, almeno per quanto mi riguarda tocca tutte quelle tematiche che fanno risuonare le mie corde. E mi ricorda un pochino la mia di adolescenza, facendomi immedesimare nella protagonista.   I forti legami famigliari, in partico lare con i nonni paterni, un’infanzia felice forse troppo. Quasi protetta da una bolla in cui tutto va sempre bene, troppo bene. In cui c’è tantissimo amore e rispetto. E poi arriva come uno schiaffo il confronto con la realtà, quella vera, quella ad esempio di una città come Milano che, come un dito di un bambino nella bolla di sapone, fa esplodere questa parvenza di felicità. E allora ci si ritr