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LA FIDANZATA D’AMERICA

“Sembri Penelope” le disse un giorno Nicola. Ma la sua terra di pietra (“tutti sassi” dicevano gli anziani) non era Itaca e Bettuccio non era re ma un emigrante in cerca di pane e lavoro. La povertà di un’Italia meridionale post bellica, degli anni ’20, dove chi non ha né arte né parte e magari è orfano di padre e nipote di briganti, nonostante si dia da fare come sarto e sappia usare l’abilità delle mani è costretto ad emigrare in America. Ma questa non è la storia di Bettuccio, emigrante-brigante appunto, ma della sua fidanzata. Ada, bellissima con la sua treccia corvina di capelli morbidi e setosi, i suoi occhi verdi con lo “sguardo svagato di castagna acerba” e il suo portamento elegante che aveva attratto Bettuccio sì, ma anche altri pretendenti. Assieme certo alla gelosia della "matrigna", e delle zie e le altre donne del villaggio, molto meno belle ed eleganti e per questo maligne. Intente a renderle la vita insopportabile e a farle agognare la fuga verso un par

Intervista a Martina Pellegrini, MIMebù

L’intervista è incentrata sul ruolo e la potenzialità che hanno le immagini o le illustrazioni nelle diverse pubblicazioni letterarie rivolte alla prima infanzia, quindi alla fascia d’età dei bambini che va dai due ai sei anni. Nella convinzione che la lettura e, nello specifico la lettura correlata da immagini, sia fondamentale per lo sviluppo cognitivo dei bambini di tale fascia d’età - considerata unanimemente dai ricercatori a partire da Piaget e Bruner  “periodo della padronanza dei simboli”- , si prendono in considerazione i seguenti ambiti letterari: pubblicazioni sul mito, le fiabe, gli albi illustrati e le pubblicazioni scientifiche.  Nello specifico, si vuole indagare quanto sia importante la scelta delle immagini per veicolare determinati valori, primo fra tutti quello della differenza sia di genere sia etnica.  Le domande di seguito elencate sono quindi relative al mio progetto di tesi “Leggere al contrario: la potenzialità delle immagini nell’apprendimento inclusivo” in

LE DONNE DI DRACULA E IL MITO DEL SANGUE

“Non ho saputo resistere alla tentazione di prendermi un po' gioco di lui, suppongo sia un avanzo di sapore della mela originale che ancora ci portiamo in bocca, così gli ho offerto il mio diario stenografato.” Un classico senza tempo che, al di là del successo mediatico che dalla sua prima stesura nel 1897 l’ha visto protagonista di infiniti retelling prima in campo letterario e poi in campo cinematografico, resta per sempre la pietra miliare del romanzo gotico.   Una lettura che mi ha raggelato, entusiasmato,  incantato, ma anche lasciato con qualche domanda esistenziale relativa al rapporto di Bram Stoker con le donne. Domande, che devo dire questa volta sono state alimentate e in parte anche risposte dalla sapiente curatela di Franco Pezzini di questa meravigliosa edizione illustrata. Prima di addentrarmi nel tema del femminile  in “ Dracula ”, volevo fare una piccola precisazione. Uno degli aspetti su cui si concentra il curatore è proprio il fatto che i numerosi retelling

STORIE DI DONNE MITOLOGICHE PER BAMBINE MITICHE

  “ Le Muse erano figlie del re degli dei, Zeus, e di Mnemosine, la memoria. Erano le dee protettrici delle arti e della scienza, ma anche di ogni altra attività intellettuale. Il loro più grosso potere era di ispirare il canto e la poesia." Magari per una bimba non è proprio immediato immedesimarsi in una divinità greca. Dalla bellissima Afrodite, alla temibile Artemide e ancora la vendicativa Era. Almeno secondo una certa letteratura secondaria, mi riferisco qui al Mondo Incantato di Bruno Bettelheim, le divinità restano miraggi irraggiungibili per noi esseri mortali.  Tuttavia, se dagli psicologi junghiani abbiamo appreso l’idea che le divinità in senso lato - intese come simboli e immagini attraverso cui ci parlano i miti - rappresentano archetipi esistenziali della nostra psiche, allora possiamo ridimensionarle e trovarle addirittura negli aspetti del nostro modo di essere quotidiano. Non a caso i miti sono presenti in tutte le culture, non a caso vengono riassorbiti ne

INTERVISTA A ENRICO DE LUCA SU "PAPA' GAMBALUNGA" E "CARO NEMICO" DI JEAN WEBSTER

Nel 1912 Jean Webster scrive PAPA' GAMBALUNGA,  e pochi anni dopo il suo spin-off CARO NEMICO . Entrambi i romanzi sono prevalentemente rivolti ad un pubblico femminile. Con uno stile schietto e ironico, molto semplice, capace però di toccare temi profondi. Ad esempio, mi ha colpito che in entrambi i romanzi - l’autrice così impegnata nella difesa dei diritti della donna innanzitutto a livello molto concreto e pragmatico per il diritto di voto e quindi per essere cittadina e non solo persona - , porti avanti un tema fondamentale per la parità di genere nelle relazioni di coppia. “Ho quasi ceduto; se non fosse stato così dispotico, forse avrei completamente ceduto! Posso essere persuasa passo dopo passo, ma non sarò costretta. Ha detto che sono una bambina sciocca, incosciente, irrazionale, lunatica, idiota, testarda ( questi sono alcuni dei suoi ingiuriosi aggettivi; gli altri mi sono sfuggiti) e che non sapevo cosa fosse giusto per me.” - Papà Gambalunga “Siete ancora offeso perc

ONDINE

“Allora sappi che sono uno spirito delle acque, uno di quei personaggi che popolano i racconti fantastici che tanto spaventano i bambini. Sono nata senza coscienza e senza rimorsi. Da sempre, dacché io ricordi, desidero avere un’anima. Ora, un’antica leggenda dice che se una creatura delle acque riesce a far innamorare un uomo, in cambio riceve un’anima umana.” Questa volta non si tratta di mitologia greca, sebbene essa pulluli di ninfe acquatiche innamorate di esseri umani e a loro volta amate tanto da uomini e da donne quanto da dei, eroi o semidei.  ONDINE, la protagonista di questo magico albo illustrato da Benjamin Lacombe è una divinità dell’acqua, che richiama una leggenda appartenente al mondo nordico: quello dei cavalieri, dei mari in tempesta e dei castelli arroccati. Quello che hanno in comune le diverse rappresentazioni delle creature acquatiche appartenenti al paganesimo rispetto alla concezione del trascendente presente nella religione monoteista cristiana è il signi

MY MISSION: DESTROY GILEAD THROUGH KINDNESS AND SISTERHOOD

  IL RACCONTO DELL’ANCELLA “Guardo in basso, sul marciapiede, attratta dai piedi delle donne. Una indossa sandali aperti in punta, ha le unghie dipinte di rosso. Ricordo l’odore dello smalto, che si arricciava quando ci si dava la seconda mano troppo presto, la pressione del collant liscio aderente sulla pelle, la sensazione delle dita dei piedi spinte verso l’apertura dei sandali da tutto il peso del corpo. La donna con le unghie smaltate si appoggia prima su un piede poi sull’altro. Vorrei mettere quei sandali, me li sento addosso. L’odore dello smalto delle unghie mi ha dato una nuova sensazione di avidità.” (cit. con 1 modifica) Durante tutta la lettura del libro mi son sentita come se stessi giocando al gioco “maschi contro femmine” con i miei compagnetti delle elementari. In pratica ci si divideva in due squadre una di soli bambini e una di sole bambine e ci si rincorreva per il cortile della scuola durante la ricreazione. Da piccola ero un maschiaccio, pensavo che un masch